Archive for the ‘Cultura – Piani sottili’ Category

cinese

Madonna

 

 

Qui ci dissociamo dal titolo, non crediamo nelle guerre, quelle del passato ne quelle odierne, figuriamoci quelle paventate. Dopo questo quando si parla di rivalità e di differenze sistemiche, è vero, si dovrebbe, crediamo, pur mantenere l’umiltà di saper oltre che ascoltare anche imparare. Si, una forma di fiducia, una sua espressione, se vogliamo. La economia che non inficia, che impatta senza interferire con la politica sana. Non hanno avuto remore nell’interpretare le relazioni economiche contemporanee, attualissime, tuttavia l’hanno fatto portando sulle proprie spalle il peso di oltre settemila anni di storia, di educazione, di cultura. Ci hanno visto nascere! I cinesi
Ecco, qui non ci piace neanche un po’ essere definiti “contro”, a noi, in effetti, piace essere, semmai, definiti “per”
Grazie, dunque a chi si chiede cosa è la pace e cosa la giustizia; se quest’ultima debba, in qualche modo, se non prevalere, sposarsi con la misericordia. O se, d’altro canto, a volte sia la misericordia, e il buon senso, a prevalere, a calibrarsi in un equilibrio che tende, che non è, ma tende, alla perfezione, che è di Dio. Cosa voleva dire l’allora presidente quando invocava la comprensione dello ”immigrato” come risorsa e non come problema? A proposito, sembra che nei pressi dell’estremo oriente, da qualche parte, si usa non usare la parola “problema”, bensì opportunità.
Siamo all’incirca duecentoqurantatrè nazioni più qualche Stato diversamente definito. Se ognuna prendesse come impegno nel termine di un anno quello di riuscire a sfamare i Suoi cittadini, tutti! Dal primo all’ultimo. Ah, non ho solo io questo sogno vero? Due miliardi di persone senza acqua, due miliardi… Senza accesso diretto… Sembrerebbe difficile, quasi impossibile, quantomeno lontano da immaginare, da superare… In breve, tuttavia, suddividendo l’ Impegno in un anno per duecentocinquantadue realtà, scusate l’approssimazione, non mi aggiorno da un bel po’, crediamo che è facile, una volta stabilito l’obiettivo, rivedersi intorno allo stesso tavolo e fare il punto della situazione chiedendoci: “Siamo riusciiti a sfamare tutti i nostri cittadini oggi?” Che altro dobbiamo dire, meno male che non siamo malati e che Giovanna ha da fare coi minori stranieri…
Ironia, dimensione benedetta veramente, a parte, vorrebbe solo essere una riflessione, si. Una, tra le tante riflessioni della realtà che un po’ per fortuna, ma un po’ anche un po’ per sfortuna, riflettono appunto. Riflettono ciò, secondo noi, che sono le espressioni del malessere? Del disorientamento diffuso? Delle sociopatie convergenti verso il male nella derisione popolare attraverso le dittature sottili? Speriamo di no! Speriamo e facciamo, nei cortei, quelli composti e quelli lacerati dalle grida dei desaparecidos, per esempio. Facciamo del nostro meglio e spesso, sempre oseremmo dire, siamo i primi a privarci. Si, a privarci per invidia bonaria e per mancanza del denaro, delle automobili, abbiamo scoperto che fuori dalle scatole di tonno si vive meglio, per primi, poi l’abbiamo capito e lo stiamo capendo un po’ tutti. Cerchiamo di andare verso l’autoprodotto, dai contadini del quartiere, a una vita il più possibile sana! Crediamo in quel sodalizio inconfutabile tra il sole e la Vita di noi tutti, in quell’ineffabile che è Dio, e in quel genio siffatto che siamo noi, noi siamo, l’uomo. Fieri e con orgoglio! Poi? Poi siamo quelli che bestemmiano, a catena, che sputano su Cristo, che ridono di Dio. Che si vanno a cercare, in quell’ubriacatura spesso troppo ideologica, di dissetare il proprio bisogno spirituale cercando, inconsapevoli, ma benvengano, di abbeverarsi a fonti lontane, qualora almeno una scintilla che tende a rientrare in una dimensione spirituale, Propria dell’uomo, sia rimasta e ritrovando ciò, esattamente ciò, semmai, che abbiamo sempre dopo combattuto e ancora prima negato.

 

 

https://tinyurl.com/y6cawz4v

 

Pasqua

Pasqua

La poesia è un ponte
strettissimo che attraversa
con la Luce dell’Amore
ogni punto di fuga

anonimo amalfitano

Funghi, tartufi e nespole,
vino, castagne e zucche
ottobre pentole e parrucche

anonimo genovese

Esigendo le Fedi
ha trovato un Amico,
anzi due o forse più

anonimo pisano

La Dignità è il fuoco
ardente dell’ Eleganza

anonimo veneziano

“Riprendere scale musicali e accordi rotti
code di cuccioli nella Casa dei Lord
dimmi cara, cosa può significare?

Inventare lune in chiave minore
cos’hanno a che vedere questi toni con me?
Dimmi cara dove sei stata?

Tanto tempo fa
i bambini cercavano il tesoro
il disegno della natura
andava di pari passo con il divertimento
un tale divertimento

Gonfiare palloncini in un giorno ventoso
dune desolate con tante cose da dire
dimmi cara cos’hai visto?

Tanto tempo fa
i bambini cercavano il tesoro
il disegno della natura
andava di pari passo con il divertimento
il mio divertimento

Suonare chitarre su un palco vuoto
contando le sbarre di una gabbia di ferro
dimmi cara cosa significa?

Riprendere scale musicali e corde rotte
code di cuccioli nella casa dei signori
dimmi cara, cosa può significare?

Tanto tempo fa
i bambini cercavano il tesoro
il disegno della natura
andava di pari passo con il divertimento
il mio divertimento”.

 

 

traduzione da http://www.infinititesti.com

 

 

non è la sostanza che fa il veleno
ma la dose (Paracelso)

l’abito non fa il monaco ma la dice lunga su chi è il monaco

in estremo oriente
mi avvicinai alla riva di un fiume brulla e
vicino alla timida ombra di un arbusto
scorsi un vecchio indigeno ultracentenario;
lo guardai negli occhi ed egli mi rispose
contraccambiando lo sguardo e
sorridendo divertito senza denti alcuni:
siamo tutti una sola cosa!!

 

 

Egregia Presidente della CdD Laura Boldrini, buongiorno.

Si regolamenta qualcosa di buono non il mercimonio. Non sta in piedi regolamentare il mercimonio.
Avete mai pensato a quali e a quanti fini tende il mercimonio dei bambini?

Dal Devoto-Oli; Mercimonio; Traffico illecito e disonorevole.

Figuriamoci quello dei bambini. Figuriamoci quello dei bambini altrui.

Regolamentiamo lo stupro no? Oppure regolamentiamo la resa in schiavitù e l’ assoggettazione altrui attraverso la manipolazione dei figli, ma si dai, se uno ci sta antipatico gli leviamo i figli e se non sta zitto sono botte, regolamentiamo un po’ di follia, condoniamo i crimini e chi li ha commessi e a chi è stato tolto tutto gli regaliamo il kit “mi drogo lentamente e mi trascino beato al finevita sulle rive di un laghetto andino”. Suvvia…

Tentiamo di investigare i vari aspetti coinvolti dal tema aperto proponendoci di argomentare le nostre idee.

Non stiamo parlando della scelta di decidere il gusto dei tramezzini per la festa di compleanno della nipotina che gioca a parlare colla buccia del mandarino.

Per un brevissimo periodo, qualche mese fa, si è sentito parlare, tra i media, del diritto alla scelta sia della femmina sia del maschio quando si genera la Vita, ahimè anche nella sgradevole eventualità dell’aborto, che ahimè è legale sempre. Ecco questo si che andrebbe regolamentato, il nostro aborto legale sempre, non il mercimonio dei bambini e la malapratica dei kukukskinder. L’aborto in realtà riguarda tutti e non solo il corpo delle donne, semmai anche e soprattutto il corpo delle donne; altrimenti è un continuo mistificare e imbrogliare la realtà visto che gli uomini sono fatti di femmine e di maschi, fondamentalmente, e assieme abitiamo allegramente Gaia.

La realtà è che la Vita si crea in due ed in due si dovrebbe decidere, spartendo gioie e dolori e non può arrivare un gruppetto assai promiscuo di ereticucce di primo pelo, impatinate a cipria da salotto, e lecca***i annessi, a raccontarci che hanno capito tutto loro e tentare di sovvertire l’ordine naturale dell’esistenza umana edificatasi attraverso i milioni di anni. Si perché tanto ci abbiamo messo a trovare forme di coesistenza sociale pacifica ed egualitaria a salvaguardia della nostra specie e nessuno dovrebbe permettersi di essere blasfemo a tal punto da sostituirsi prima alle leggi e poi a Dio.

Se c’è, e noi crediamo che ci sia, una questione fondamentale e nodale all’origine della violenza di genere, di un qualsiasi genere su un altro genere, del potere dell’Uomo sull’uomo, questa è proprio la questione della Vita, dell’esistenza, della riproduzione e della genitorialità, dal concepimento alla maturità, dell’essere umano. Il nostro futuro, attraverso la nostra educazione, letteralmente, de facto.

Lo so che per alcuni parliamo arabo, pazienza, se avrete la bontà di seguirci nel ragionamento forse riusciamo, insieme, a fare luce su qualcosa che dovrebbe essere già illuminato a sufficienza e che pure nessuno sembra più riuscire a vedere. Si sembra, perché in realtà è paraculite acuta e a noi la paraculite acuta ci fa venire l’orticaria, ecco.

Negli anni 60/70, durante il femminismo, lo slogan era ed è il corpo è mio e decido io. Si parlava di stupri? O sbagliamo? Di fenomeni violenti, di sottomissione economica e di coercizione psicologica e fisica. O si parlava di genitorialità? Di voler esercitare il potere dell’Uomo sull’uomo attraverso la manipolazione, in senso stretto (l’indirizzo educativo e l’ambiente sociale di crescita), ed in senso lato, attraverso l’esclusione del maschio, più facile, o della femmina, più difficile, dal ruolo genitoriale poi e generativo prima?

Non è nemmeno pensabile che si possa sostenere che il corpo è mio e decido io se si parla di figli, se fosse plausibile sarebbe violenza assoluta poiché funzionale non alla sacrosanta sovranità sul nostro corpo e a difenderci e a impedire le violenze bensì a manipolare e strumentalizzare i nascituri ed esercitare in maniera univoca un potere su un altra o più persone. Si tratta di appropriarsi univocamente delle scelte fondanti la Vita e il suo futuro, in qualche modo. Non ci si può sdoganare da queste intenzioni e non può e non deve essere altrimenti… Nonostante i tripli carpiati della signora Cirinnà. Che poi ha pure una bella famiglia, piena di bimbi e di sorrisi… Che qualcuno è venuto a campare diritti sui suoi figli e nipoti? Non credo e allora per favore uscite da casa nostra e lasciate sul tavolo il nostro sperma e i nostri ovuli, grazie.

Attenzione Laura, faccia attenzione prima di sposare battaglie che sono contro la pace di genere, che sono a favore dell’esercizio di poteri e privilegi e non di diritti e di uguaglianze, altro che femminismo, femminismo un piffero! Tentiamo davvero di stare accorti e accorte.

Certo vorremmo lasciare fuori dal dibattito i casi patologici, quelle apparenti eccezioni, già apparenti poiché il sottobosco brulica di casi dove una disattenta, e dunque complice, osservazione della situazione durante l’esercizio del deprecabile mercimonio, ha prodotto altre decine di crimini uno in fila all’altro e non tutti per caso; pensavo a quei miei amici sa, Laura, mi piange il cuore quando li penso o li incontro, per fare un dispetto a lui gli hanno preso la prima figlia, ingannandolo sulla paternità, poi sono stati costretti ad abortirne un altro anche se uno dei due lo voleva tanto, non paghi gli hanno manipolato, a sua insaputa, lèggi sottratto, derubato, lo sperma, crioconservandolo. Poi sempre a sua insaputa hanno “seminato l’orto” come Maman Luise, ingravidando, lèggi vendendo o regalando, a donne, a coppie degli ambienti sociali che erano interessati al traffico, i vari semi e/o i vari pargoli già belli e pronti… Questi, c’è stato un periodo, sembravano spuntare come violette. Poi si è scoperto, e questo è veramente inquietante, oltre che perturbante, che ciò è avvenuto anche in ambienti del territorio che questi avevano frequentato e dove vivono. In fine, ogni tanto, per non fargli mancare schernimenti e derisioni gli si presenta qualche matriarca reduce sessantottina anni quaranta cinquanta convertita a radical chic o qualche disonorevole, in formato famiglia o in pacchetto monoporzione, a sventolargli davanti la prole sgraffignata. E’ già successo tre o quattro volte nell’ultimo lustro. Lui li chiama i pedosventolatori. Sono anni che combatte per avere il dna della prima figlia presunta e poter esercitare doveri e diritti di padre. Sotto questo scenario abominevole si è spalancata la fossa delle Marianne, la voragine del sistema mercimonio mercato, un’ arena della follia, uno stato di fatto. Di cui loro sono solo una delle tante matrioske della miseria infinita e infima dell’essere umano, incapsulata tra le menzogne. Hanno tentato di mettergli contro pure la malavita provando ad addossargli colpe inesistenti. Per fortuna che non è uno sprovveduto, e la malavita nemmeno, e quando la malavita si è mossa per verificare le accuse e si sono accorti che il tipo era stato messo in mezzo alle guerre altrui, di cui era in realtà solo una vittima sacrificale, una sorta di mucca da mungere, per alcuni, la gallinella dalle uova d’oro per altre, i disonorevoli e le disonorevoli che hanno creato ‘sto schifo se la sono pure vista nera rischiando il classico brutto quarto d’ora, peraltro ormai in panchina. Almeno ora tutti sanno con chi abbiamo a che fare. Dio è grande!

Attenzione Laura! Forse dovremmo riuscire a vedere dall’esterno più chiaramente di quanti, per mille motivi, sono nel dolore annientati dal dolore. Soprattutto se porta e rappresenta dentro di se sessanta milioni di voci e lo fa per ragion di vita. Questi è stato derubato dopo aver affrontato consapevolmente una gravidanza per diventare genitore, singolare maschile, dopo essere diventato p a d r e, mentre diventava p a d r e , attraverso lo strumento della f i g l i a della quale diventava p a d r e. Facciamo orrore Laura! Facciamo orrore!

Attenzione Laura a regolamentare l’inregolamentabile. Non si può regolamentare il buon senso. Il buon senso si dovrebbe insegnare. Durante il percorso educativo che sceglie il padre e la madre, i genitori, g e n i t o r i… Risuona?

Vogliamo seriamente parlare di madre in prestito? Con rispetto ed educazione? Senza mercimoni e tantomeno senza sottrazioni ne crimini a sfondo vendicatorio e persecutorio fatti carne ma attraverso le relazioni, r e l a z i o n i, semmai, ed è più che evidente che non siamo affatto pronti. Non attraverso i fenomeni da baraccone dei kukukskinder o dei kukukskinder al contrario o della pratica comportamentista della condanna alla perdita di tutti i diritti per direttissima e senza processo e all’esclusione millenaria dalla società, perché come le metti le metti sono violenze, producono dolore e sofferenza a tutti i livelli, tristezza diffusa a macchia di leopardo sull’intero pianeta… E noi questo non lo vogliamo!

Col termine teutonico kukukskinder, figli del cuculo, si indica la pratica usata dalle donne, o attraverso le donne, di far crescere un/a figlio/a di un padre biologico con un altro padre che lo riconosce come suo credendolo suo o sapendolo non suo. All’insaputa a volte anche del padre biologico. All’insaputa, altre volte, solamente del padre biologico. La spremuta di schifo, praticamente. Una catena di inganni e di infamità potenzialmente infinita che grazie a Dio e alla tecnologia del Dna e allo sviluppo di una coscienza sociale, si spera, sarà più difficile perpetrare impunemente. E’ anche per questo che genuflessi e a mani giunte le scriviamo confidando nella Sua considerazione e intercessione a riguardo.

La più grande infamità che una femmina può fare ad un maschio, che un uomo può fare ad un altro uomo, premeditatamente, consapevolmente. Di questo si parla non di altro. Di quando non è più possibile asfaltare la propria coscienza. Di quando non si può più dire semplicemente “non lo sapevo..” o “non avevo capito”, poi a chi non capisce glielo rispieghiamo, siamo qui apposta.

Vogliamo seriamente parlare di genitorialità, garantendo ad entrambi le scelte e i diritti fondamentali a cominciare dal concepimento? Smettendola con questo bruttissimo vizio che abbiamo di manipolare a mo’ di scudo i nostri figli e renderli funzionali alle nostre scelte a volte torbide, o poco chiare, quantomeno, senza per forza arrivare all’illeciti infamis detestabilis di cui sopra?

Vogliamo seriamente muovere un appunto all’universo femminile, che mistificando tutto il lavoro delle madri fondatrici del femminismo rivoluzionario che miravano a sovvertire strutture e sovrastrutture patriarcali logore e incancrenite nei decenni e miravano all’uguaglianza, u g u a g l i a n z a , e alla parità, p a r i t à, scala le vette del potere e poi mente a se stesso smascherandosi davanti al mondo alla rincorsa di poteri, privilegi, vendette e intrighi (dal boomerang al dentista in due mosse, manuali tecnici per trenini preferibilmente a molla)? La scelta sulla Vita, della Vita nostra futura, di come sarà questo mondo domani e dopodomani senza dimenticare di come è stato ieri e l’altro ieri chi la deve esercitare? Se non sono scelte di potere le scelte sulla Vita vorrei capire che cosa è il potere.

Qualcuno tanto tempo fa spiegava, a dispetto di chi crede che l’anarchia corrisponda al caos, cosa significasse amministrare il potere in un sistema non blindato dove regna il massimo ordine costituito attraverso lo sviluppo della coscienza collettiva senza distinzioni ne repressioni. La domanda gli era stata posta da uno studente. Ebbene. Si limitò ad affermare che nell’idea stessa di anarchia è insita, in qualche modo, la suddivisione in parti eguali dell’esercizio di quel dato potere per il numero dei componenti la comunità. Non è che un potere non viene esercitato, o che ognuno fa come gli pare (un pellegrino che ho conosciuto sul sentiero diceva che quella è la Casa delle Libertà, viva l’ironia!), ma che ognuno nella propria coscienza porta quell’insieme di valori che condivide con gli altri membri della comunità e che permettono ad ognuno di sentirne la responsabilità, r e s p o n s a b i l i t à, e portarne il peso, p e s o, per l’esercizio consapevole e coscienzioso di quel dato potere in misura uguale. Non mi sembra poi cosi male come ideale sociale.

Per quello dico agli pseudoanarchici secchetti e vestiti di nero che si divertono a oscurare le telecamere pubbliche con le bombolette e ai loro annessi e connessi che forse quando tentano di menarla corta auspicando l’uccisione di re e/o asseriscono “noi siamo antisovranisti!” che forse abbiamo capito poco sia dell’anarchia sia dei sovrani.
Quando si taglia un foglio per andare dritto è inutile e pure controproducente guardare le forbici e il taglio, molto meglio invece concentrarsi sulla fine del foglio. In altre parole se una sana società dell’utopia, della quale abbisogniamo come il sole, è il punto di arrivo, non avrà nessuna importanza se noi ci troviamo a vivere in una monarchia ics o in una repubblica ipsilon, purchè funzionino! A maggior ragione se non funzionano, val la pena di farle funzionare meglio, verso il sole dell’avvenire, attraverso i sentieri dei principi illuminanti che ci ispirano e ci guidano, insieme e senza distinzioni, semmai, e non distruggerci il cammino sotto i piedi l’un l’altra. Poi mi sembra che a ben vedere come funziona la vita sociale nelle varie Inghilterra, Olanda, Svezia etc etc si avverte l’invito a riflettere, senza per forza voler fare paragoni, sull’effettivo godimento dei diritti civili e politici e sulla fruibilità dei servizi amministrati dallo Stato, se non altro sotto il profilo dell’eguaglianza e quindi della redistribuzione della ricchezza e delle risorse, alla faccia dei reali brutti e cattivi. Che poi non lo diciamo noi, lo dice la gente, il popolo, basti vedere quanto amano i loro reali, tra la gente, le feste, e le celebrazioni. Magari la vedessimo qui ‘sta devozione composta nei confronti dei nostri “regnanti”, perché qualcuno regna, questo ci è chiaro vero? Viene da pensare che le monarchie che funzionano sono solo quelle del nord, forse perché non hanno avuto il fascismo che ha invece impestato Spagna e Italia, chissà?

Vogliamo seriamente parlare di critica all’universo maschile? La violenza folle in primis che sfocia nelle avvilenti statistiche. Una donna ogni tre giorni. Rapidissima media brutale, dieci al mese per duecento nazioni, duemila donne al mese giusto? Ovvero circa 70 al giorno su scala mondiale. Cosa stanno scontando queste donne? Cosa gli vogliamo chiedere alle donne, se il sangue delle loro martiri è il seme del loro femminismo? Parafrasi di Martin Scorzese in “Silence” quando per far desistere i cristiani dall’ostinata vocazione al sacrificio di loro stessi, i quali si rifiutavano fino alla morte per tortura di rinnegare come unico Dio Gesù Cristo, fa pronunciare al monaco cristiano, scomparso e tanto cercato, e che forse si era convertito, la fatidica frase: credi dunque che il sangue dei martiri debba essere il seme della nostra chiesa? Glielo vogliamo chiedere ma attenzione perché non è una critica che si può fare a cuor leggero. E se qualcuna risponde si? Tuttavia avremmo anche l’occasione di vanificare qualche dubbio una volta per tutte. Se non è così siamo tutti più contenti, se è così abbiamo un problema enorme che esiste, sussiste e persiste.

Assunzione di responsabilità e interesse reale affettiva e partecipativa per la prole, sentiamo parlare spesso solamente di soldi, mantenimenti, affidi condivisi, concessi, negati, e poco, molto poco di interesse partecipativo e vero per i figli. Si è vero, ci sarà pure stato nella storia, avrà forse fatto parte dell’indottrinamento femminista di tale o tal altra corrente, parallelamente alla riappropriazione di spazi e luoghi e tempi del e nel vivere quotidiano, un abuso dell’esercizio quasi esclusivo nell’allevamento dei figli e quindi un esclusione dal ruolo di genitore del maschio ma è innegabile che lo stretto vincolo carnale e il tempo prolungato di gestazione producono un legame particolare su ogni livello. E’ indubbio che la genitorialità si sviluppa diversamente per il maschio e per la femmina, ma si sviluppa, per Dio! Se la neghi, a ics o a ipsilon indistintamente, e giela sottrai o gliela minimizzi compi violenza, una violenza immonda dalle conseguenze devastanti. E come dice Meryl Streep, che fino a ieri non era un maschio ne una maschilista, la violenza alimenta altra violenza, non è così?

I strumenti legislativi da adottare possono essere innumerevoli e dovrebbero tutelare ancor prima di permettere. Tutela nella provenienza e nella destinazione del seme anche per i donatori, donatore è diverso da derubato, perseguimenti per legge per chi sottrae e manipola “fluidi Vitali” personali in barba ad ogni privacy per altri fini; dna per tutti, mappature dei territori nei casi di controversie (le mappature del dna non riguardano soltanto le sfere criminose, preventive e di indagine, ma in moltissime realtà comunitarie e locali del mondo si sta procedendo all’investigazione ai fini storici, documentaristici, scientifici).

No all’ aborto se anche uno solo dei due vuole il figlio e, questo è assai importante, trasparenza totale e condivisa per la madre e per il padre, se esistente ovviamente, sulle preventive scelte prese nei consultori, sulle operazioni che si compiranno nell’eventuale sede di aborto, le destinazioni e gli sviluppi futuri dell’embrione fecondato ed eventualmente prelevato. Maschi! Riappropriarsi della genitorialità cui tutti hanno diritto è una forte critica e richiamo al dovere e al senso di responsabilità di uomo, uno sprono vorrebbe essere, un segno di educazione, un gesto d’amore.
Non vorremmo far passare il messaggio di voler incentivare la costrizione ma di una mala impostazione del problema. Si tratta di sfruttare la lungimiranza per arrivare cogli strumenti di oggi a costruire un domani dove nessuno o quasi si ritroverà nella condizione di voler negare la vita a un futuro bambino, salvo fatte sempre e comunque le eccezioni dei casi limite, perché semplicemente attraverso una educazione al rispetto per la vita il tessuto sociale sarà pregno di quei valori che porteranno le persone a considerare quella dimensione della loro Vita in un altro modo e adottare quei comportamenti nei confronti della vita assumendosi le responsabilità di scelte e non arrivare a trovarsi nella sgradevole situazione, per esempio, dell’aborto di una Vita.

Sentiamo spesso dire nessun imprenditore si diverte a licenziare, oppure nessuna donna si diverte ad abortire. Giusto, ci mancherebbe altro. Poi però prevale il messaggio forte sull’aborto che è legale sempre e comunque, ecco, questo andrebbe regolamentato, no il mercimonio dei bambini, a volte pure di quelli altrui. Il problema Laura non è solo del branco dei fuori di testa o dei cerebrolesi senz’anima ma pure di chi gli da retta, a volte.

Per esempio andiamoci a vedere wiki sull’aborto nel mondo a livello legislativo, c’è modo e modo di legiferare, con lungimiranza e passione e sensibilità o con indifferenza, estremismi ed egoismi, per interessi o per profitto, per lobby.

Chi decide il nostro futuro?

Qualche tempo fa ero immerso tra le onde delle trasmissioni su Rai Storia, si vedevano e sentivano fiumi di filmati e voci accorate a raccontare gli orrori della guerra, della follia del nazifascismo. Il documentario si chiudeva con una voce che si levava su tutto a domandarsi se i fatti orripilanti non fossero iniziati proprio nel momento in cui abbiamo smesso di chiederci quale futuro volessimo per noi, per i nostri figli, per il nostro mondo, ecco.

Attenzione Laura, i padri e le madri che si sono visti rubare la vita non vorranno sentire parlare di regolamentare, dopo gli omicidi, anche la vendite… Questo? Via, quest’altra? Via! Questi due gemelli? Mi mancano, li teniamo, quest’altro? Ce l’ho, non mi piace, via… Inoltre manco coi figli tuoi ma con quelli di qualcun altro! Questi sono fuori dalla Grazia di Dio, e chi non glielo dice pure. Ma che cosa è uno splatter di Brian Yuzna?

Sei milioni di morti dal 1978, solo per l’aborto, dovremmo imparare a scegliere la vita senza dover scegliere la morte che quella arriva pure se ti scomodi un po’ meno e non smuovi i coscioni; ma poi chi lo decide e perché? Tu vivi, tu muori, tu hai gli occhi storti perché sei down e morirai, non vivrai, qualcuno decide e non si prende la responsabilità che questo mondo, questa parte storica di umanità, non avrà dato la vita agli umani down…Via spariti, eliminati dalla legge che uccide la Legge e finalmente estinti. Ma siamo sicuri che ci stiamo facendo del bene? In effetti da qualcuno che chiama qualcun altro “down” che ti puoi aspettare… La filosofia del quadratino blu (vedi mappa sopra), legale sempre, come me la sento… Come te la senti??? “E’ carne fino ai sei mesi”, mi ha detto una persona con cui ho cenato qualche tempo fa e che se la compra solo chi non la conosce, salvo commuoversi di fronte ai maialini che per scelta etica ha deciso di non mangiare, parole sue. Si sarà pure solo carne secondo te, e non lo è visto che se non lo ammazzi, ti siedi in poltrona e ti prendi una bella camomilla ti comincia a chiedere il latte e a voler giocare, e se lo tratti bene ti riempie di sorrisi ed amore inespropriabili, i n e s p r o p r i a b i l i, o no? Cos’è, lo Spirito Santo s’infonde al sesto mese? Ma come sei una di quelli che sputa su Gesù Cristo e poi credi allo Spirito Santo? Ma allora esistono i miracoli! Perbacco

Qui nessuno vuole fare la guerra a qualcun altro semmai evitarle e dialogare, al di la dei generi. La violenza viene relegata essenzialmente alla sfera maschile come se la violenza non fosse una dimensione che abbraccia l’intera umanità e non solo. Come un immenso iceberg di cui fa capoccella solo una piccolissima parte. Solo riconoscendola nella sua totalità possiamo combatterla, tutta assieme e non per generi; tutti insieme e non per generi. Si può coltivare una coscienza nel terreno dell’indifferenza? No! La legge porta nella sua forza anche il carattere e l’indirizzo educativo della nostra società formandone l’aspetto etico e morale, donandogli il bel viso di domani, non è così? Non facciamo lo stesso errore che abbiamo fatto con l’aborto, ragioniamo sui nostri errori e sulle nostre debolezze e limiti, tutto è perfezionabile. Non poteva essere meglio limitare l’aborto ai casi eccezionali menzionati nella leggenda della mappa di wiki sull’aborto, sopra? E’ lecito chiederselo? Bene noi lo facciamo. Da tutto vietato a tutto permesso o viceversa. Tutti sanno essere radicali per partito preso, un po’ meno sanno quando essere radicali e irremovibili e quando essere accomodanti e aperti al compromesso e alla sensibilità comune ed altrui: si chiama anche discernimento. Il mercimonio di bambini, di bambini altrui, occulto e non, non è annoverato tra le pratiche accettabili di una società progredita.
Non si può stare a discutere della bontà del demonio a lungo mentre questi ti inforca l’universo, ovvero si può ma non ha senso, non è giusto e fa pure male.

Nello statuto del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito, a proposito di radicali, c’è scritto nell’ultimo comma del preambolo allo Statuto:

Dichiara di conferire all’imperativo del “non uccidere” valore di legge storicamente assoluta, senza eccezioni, nemmeno quella della legittima difesa.

(Qualcuno definisce paradossale questa affermazione da parte proprio di chi ha difeso e ha spinto per l’aborto ma tant’è e magari è pure bello osservare che tutto cambia, chissà).

Ecco noi su questo punto vorremmo dire la nostra, ovviamente siamo pienamente daccordo, col preambolo, tuttavia è difficile immaginare una persona che aggredita sta per essere colpita e non si difende. Si, forse i Santi, ma fino a un certo punto perché pure il Santo e la Santa se non si difendono meglio che possono, perseguendo non le persone per bruciarle sul rogo ma le idee miserabili e perverse che pure fanno parte e soggiacciono all’animo umano serpeggiando tra la folla fino ad esplodere in pesti virulente, definendo insieme alle persone di buona volontà il sentiero della loro comunità, abdicano alla loro missione di Santi. Si capisce, si rifiuta in toto l’idea di uccidere, non quella di difendersi, è chiaro. Tuttavia ci sembra evidente che in alcuni casi le due dinamiche inevitabilmente confluiscano o rischiano di confluire.

Qui abbiamo tentato di non parlare per compartimenti stagni che non è che ci piacciono tanto, preferiamo gli spazi aperti e gli incroci senza bravi a intimidirci. Abbiamo cercato di affrontare, rivelando alcuni risvolti che quasi mai vengono illustrati, un tema scomodo e spinoso. Abbiamo cercato di scomodare il genere il meno possibile dando importanza alle persone, senza distinzioni e sviscerando le idee senza invadere la Casa di nessuno pur marcando i netti distinguo in merito alle critiche agli universi femminili e maschili. Fanno molti più like gli slogan e gli incitamenti alle fazioni create ad hoc, o gli insulti e gli attacchi personali, la violenza insomma, sempre quella, che non le riflessioni scomode, ma noi pure i like non è che ci ispirino come altre cose, tipo le ingiustizie per esempio. Pensate tra noi ci sono persone che proprio non riescono a non saltare su quando sentono un ingiustizia e allora eccoci qua e poi… E poi basta, per ora, Pura vida! E andate piano… E in bicicletta 🙂 E alla guerra preferite la pace, all’odio l’ amore e al rancore il perdono 🙂 😀

Grazie egregia Presidente anche per l’ispirazione e non abbia timore di incontrare lo scrivente, qualora lo ritenesse opportuno, ci siamo incrociati mentre rientrava col suo staff e collo striscione dal corteo, credo ma non sono sicuro, il 16 dicembre 2016, in favore dei migranti e dei profughi richiedenti asilo; ciondolavo le gambe seduto su uno dei tanti new jersey messi a guisa di percorso intorno a piazza Venezia. Non posso impedirle come è giusto che sia che lei prenda informazioni su un cittadino che le scrive pubblicamente sul web. Però posso aggiungere l’invito a conoscermi, poi, di persona e verificare di persona le corrispondenze. Lo apprezzerei molto. Inoltre potrei raccontarle di quei miei amici dei quali, per ovvie ragioni, non posso rivelare le generalità. Chissà che non li si possa aiutare a rimettere le cose in ordine, tirarsi fuori dai casini e ritrovare un po’ di pace. Noi ai miracoli ci crediamo. Cordialità e buon lavoro

un collettivo di Ciclostilecritico

Non chiamateci/ da Scilla

con la leggenda/ del sole

del cielo/ e del mare.

Siamo/ bene legati

a una vita/ a una catena di

montaggio/ degli dei

 

Da “Canto” Franco Costabile

 

Maurits Cornelis Escher, SCILLA, 1930

..without words

       

Rohingya

image by the remarkable The Guardian

 

vorrei pregare la Madre Immensa e Smisurata
di spazzare via come polvere dimentica
le esaltazioni, si le esaltazioni,
le esaltazioni tutte, del quarto potere, ad esempio
Acqua passata che sgorga
di Vera Nova

Sotto una Collina cresciuta rigogliosa

dormi, ti stendi solo per Sosta?

Solo Scheletro, pallido e silenzioso!

Ah, dov’è il tuo bel Viso?

A chi devo porgere il bicchiere?

 

 

Bodhidharma

Kim Myông-guk, around 1630

Wieso halt Ich diesen Graus aus

 

 

 

Ich warte auf dich, wann kommst du wieder heim?

 

10-3 tom waits

 

 

#nosexism

http://tinyurl.com/h2gmlub

semmai, come ricorda T.W. Adorno
è il linguaggio, a volte, ad essere fascista

basta

fili d’erba

La Montagna sta silenziosa,
e l’Acqua non ha forma.
Il Soffio limpido non ha prezzo,
nessun amato la Luna chiara.
Essere come Voi!
Spensierati, Felici, Sani!

 

Kang Hŭi-an, born 1441

Ti voglio bene… Anzi un po’ di più…

Trascinati sul filo di un rasoio
anche stamattina ci svegliamo
lodandoti
lodandoci, lodandomi
in una gioia
di siffatta letizia
dal cuore in fiamme Tuo

cuore

Herr, unser Herrscher, dessen Ruhm
In allen Landen herrlich ist!
Zeig uns durch deine Passion,
Dass du, der wahre Gottessohn,
Zu aller Zeit,
Auch in der größten Niedrigkeit,
Verherrlicht worden bist!

—[en]—
Lord, thou our master, whose repute
In every land majestic is!
Show us through this thy passion
That thou, the very Son of God,
In every age,
E’en in the midst of deepest woe,
Art magnified become!

JSB

spirit

spirit

Noi siamo tutti studiosi dello spirito. Quella diagnosi giace al sommo della nostra vita o in inconscio potere. La comunione sociale, il suo commercio, la sua religione, le sue amicizie, le sue dispute, sono una vasta investigazione giudiziaria di cararattere. In pieno tribunale o in ristretta adunanza, o confrontandosi faccia a faccia, accusatore ed accusato, gli uomini si offrono ad essere giudicati.
Contro il loro volere, essi espongono quelle inezie decisive a mezzo delle quali si legge il carattere. Ma chi giudica? E che cosa? Non la nostra intelligenza. Noi non la leggiamo con la dottrina o l’arte.

No: la dottrina del savio consiste in ciò, che egli non li giudica, egli li lascia giudicare da loro stessi, e semplicemente legge e ricorda i loro propri verdetti.

RWE

 

La coscienza dell’essere umano è come un diamante dalle mille facce, alcune note, molte ancora inesplorate. In esse convivono il portato ancestrale dell’evoluzione ma anche le esperienze, i ricordi e i sogni. È un diamante in grado di riflettere la luce che proviene dall’esterno, dalla forza della vita e dalle interazioni infinite di un cosmo costantemente in movimento e legato alla legge del karma; ma il diamante riflette anche la luce che sboccia interiormente, quando una mente quieta ed un cuore aperto aprono la strada all’osservazione attenta e neutrale ed alla possibilità che il particolare e l’universale convivano in un unico insieme.

presumibilmente AG
in corea alcuni artisti hanno l’abitudine, sui vasi e sulle opere d’arte, di non apporre firme. chiestigli perchè essi rispondevano che non è importante chi fa una cosa ma che essa sia stata fatta

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Ti Amo è l’anagramma di Atomi e dunque passiamo un bel Natale danzante

L’equilibrio contempla entrambi, e un testimonade

Ogni redenzione è la somma dei sacrifici compiuti

…soffiava su tutte le acque

 

 

Concludiamo:l’Universo è unico.Noi, come tutti gli esseri vivi ed animati, facciamo parte della persona dell’Universo, pur avendo ciascuno una personalità propria eterna e sostanzialmente immutabile. L’Universo non è stato mai creato, perchè non poteva creare se stesso, e quindi anche noi, che siamo parte dell’Universo, non potevmo essere creati, e , per conseguenza, samo sempre esistiti.

TA

fare agli altri ciò che a noi stessi vorremmo fosse fatto

the Golden Rule

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Vorrei insegnarti
il valore di un sorriso
apprendendolo dal tuo

Son passati di nuovo i giorni, anche questa volta il grano è stato mietuto e i nidi costruiti a dovere.

Abbiamo attraversato la stagione della polvere senza alzarne dell’altra per non rendere invidioso il vento dormiente.

Nuove mescolanze sonore si sono intrecciate colle relazioni ed ora non vorrebbero più separarsi ma gli uomini sono pigri e preferiscono tagliare la legna

 

anarkriegno

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La separazione, secondo me, ci sta gabbando alla grande… Proprio così! Cantavano anche gli alberi della foresta Pavan in coro, proprio così, ci stanno giocando un brutto tiro e faremo la fine di quando fuggimmo dal paese tondo coi buchi, che ora è spento! Tutti i cespugli i rovi e gli arbusti più giovani si convinsero subito e si accordarono pian piano alla foresta.

Solamente i fiori, che erano dappertutto, eccetto le margherite, iniziarono a canticchiare il ritornello alla fine di ogni strofa. Le margherite avevano smesso di cantare da qualche anno, più precisamente da quando la vecchia vasaia Mentoza era stata trovata moribonda in mezzo ai campi d’autunno al calar del sole mentre si cibava dell odore dell’erba fresca pronta da raccogliere, prima di partire pel viaggio più lungo. C’era da aspettarselo, avevano cominciato a circolare e a spargersi tutt’intorno le dicerie, ma che erano vere, che la luce che stava dopo il velo della notte fosse stanca di aspettare e che le stelle non bastavano più a far passare la forza della luce. Il buio si era spaventato così tanto che aveva cercato di corrompere tutte le centrali elettriche del pianeta, tutti i tralicci, colle loro braccia al cielo per chiedere perdono e far passare la corrente più velocemente di paese in paese. Inoltre il buio si era preoccupato pure di diffondere opere di convincimento tra tutti i lampioni del mondo. Si erano ribellati solo quelli di Napoli di Mosca e di Londra. Anche i led rimasero immuni da questa follia della separazione e benché fossero gli ultimi nati, i più giovani, furono tra i primi ad unirsi alle avvisaglie della foresta saggia e portarono il loro contributo per sconfiggere la notte, la quale altrimenti sarebbe stata per sempre, con milioni e milioni di colori diversi e profumati. Nessuno era mai riuscito a trasmettere gli odori… Rimasero tutti a bocca aperta, anche le margherite, di villaggio in villaggio.

Il Silenzio aveva avvolto la terra, nessuno osava più proferire parola e i linguaggi scomparvero all’istante, tutti, nessuno escluso, eccetto l’indiano naturalmente, e scomparvero pure le caste, patapuffete! Gli uomini furono molto contenti. In occidente cessarono tutte le differenze che in quel momento c’erano state e a tutti fu consegnato un sacchetto con 27 grani di vergogna fatti di pioggia e colata di cera persa ritrovata. Fu in quel preciso momento, che la Regina della Notte capì che avrebbe diviso per sempre la vita col Re del Giorno. Abbracciatevi! E tutti si abbracciarono!

Nei paesi accanto, il mio per esempio, i pennivendoli continuano a dondolare tutti i nonni e le nonne e tutti gli uomini coi baffi, donne incluse. Tra un varco nella coscienza di qua e qualche stella, ma poche, visibile dalla grotta di la, gli abitanti del mio paese si erano convinti che la vita fosse quella li, un dondolio beato.

Eppure s’era alzato il vento quella mattina, più del solito nel mio paese. La sera prima c’erano stati alcuni segni… Che però solamente i radiocronisti sapevano leggere e i bambini non desiderati. I merli per esempio avevano cambiato il verso; le cornacchie facevano quattro gracchi per volta invece di tre; le gazze volavano molto più in basso e mostravano orgogliose il loro petto e il loro ventre immacolato, era strano poiché le gazze del luogo erano conosciute per essere molto riservate e gelose del loro ventre e della loro pancia bianca che tendevano sempre a nascondere. Quel piumaggio candido veniva considerato dalle gazze la loro parte più intima, un po’ come alcuni di noi considerano i piedi.

Nessuno uscì di casa quella mattina, il panettiere mangiò il pane del giorno prima: il primo lunedì di ottobre. I medici e tutti i guaritori dovettero usare il pranic healing anche se non lo conoscevano e furono gli unici che riuscivano ancora a proferire le parole del mondo giusto.

Tutti gli altri, quel giorno, ne furono privati ma non ci credevano e la scena era la stessa in ogni casa e in ogni villaggio: tutti, vecchie e bambini, falegnami e pasticcere, aprivano la bocca per trovare le parole e tendevano l’orecchio nella speranza di udire il suono della voce altrui giacché non riuscivano più a sentir(n)e la propria.

Da quel giorno gli uomini del mio paese capirono l’importanza dell’ascolto ma non ebbero più modo di esercitarlo se non provvisto dell’atto di volontà, passo succesivo al sapere, e di buone intenzioni,  e per consolare i bambini e le bambine che soffrono.

Ispirato da Parole in cammino di Edoardo Galeano, letto in un giardino bello come il sole presso Den Haag, primi ottobre 2015, NL

 

Se uno lancia un sasso, il fatto costituisce reato. Se vengono lanciati mille sassi, diventa un’azione politica. Se si dà fuoco a una macchina, il fatto costituisce reato. Se invece si bruciano centinaia di macchine, diventa un’azione politica. La protesta è quando dico che una cosa non mi sta bene. Resistenza è quando faccio in modo che quello che adesso non mi piace non succeda più.
Ulrike Meinhof, fondatrice della Raf (Rote Armee Fraktion) morta in carcere a Stoccarda il 9 maggio 1976
Ulrike Meinhof

 

 

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ognuno ha una sua Sacralità ed e auspicabile che sappia trasmettere lo stesso rispetto che nutre in virtù della propria determinazione anche verso la e le Sacralità dell’altro nella dimensione dell’incontro vero, genuino e, appunto, sacro

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Oggi è il Denim day, la giornata istituita 15 anni fa dall’associazione Peace Over Violenze in risposta alla sentenza della Cassazione che in Italia assolse, nel febbraio del 1999, un uomo dallo stupro di una ragazza perché lei indossava un paio di jeans. E in questa giornata lanciamo la sfida di pubblicare articoli con lo stesso titolo: “Perché non ho denunciato” e cominciamo facendolo in prima persona sui blog del Fatto, il Manifesto, del Corriere e Lipperatura.

L’iniziativa è promossa da un gruppo di giornaliste (Luisa Pron­zato, Nadia Somma, Luisa Betti) che invitano tutte le altre, giornaliste e blogger, a fare proprio il titolo e l’immagine. E invita tutte le altre donne a raccontarsi rispondendo a: “Perché non ho denunciato.”


Esistono situazioni e casi dove il reato o i reati non vengono denunciati. Per innumerevoli motivi, la vergogna delle vittime, la paura del giudizio sociale e dei riflettori, la paventata sconvenienza sul piano relazionale, il timore dell’isolamento o ancor peggio delle ritorsioni  nel quotidiano vivere.
Si crede, in altri casi, di lasciare alle coscienze e al dialogo, al confronto, alle riflessioni, alla crescita e al superamento personale in primis e poi collettivo, alcune vicende personali e forti e le istanze che inevitabilmente ne originano.
In questo caso il peso di un processo appare maggiore della propria scelta di non denunciare.
Osserviamo, spesso, che certe violenze, fisiche e psicologiche, avvengono in contesti relazionali e affettivi vicini, conosciuti, propri, ed è proprio li che è più difficile denunciare. Si coinvolgono rapporti consolidati, amicizie di lunga data, si dovrebbero ricercare testimonianze e delazioni, ci si sente isolati ed impotenti, semplicemente, si avverte la sensazione di dover riaffrontare tutto un’altra volta, soli e… Sotto processo

 

tnt

Si dice che per aprirsi a nuove relazioni e a nuovi rapporti bisogna rendersi più vulnerabili. C’è del vero e vorremmo ricominciare da qui.
Ciclostile critico nasce dal basso, dal sottobosco. Da un sottobosco dove ora c’è un lago. I laghi si comportano così, che volete farci…
Il fermento letterario, correva l’anno 2010 e l’estate era alle porte, cresceva tra talune e taluni ardit* amanti del ciclismo urbano.
Per farla corta il ciclismo urbano, come filosofia che vuole riversarsi in una pratica quotidiana, pensa l’uso della bicicletta in sostituzione del veicolo a motore. Muta lo stile di vita, cambiano le abitudini e il ringiovanimento delle persone, delle città e quindi della società, se la pratica è fruibile e diffusa su ampie scale, risulta evidente, come praticando i cinque tibetani giornalmente..
In codesto scenario un pugno di ciclisti vollero stampare un numero zero, con le proprie idee e alcune proposte goliardiche come la Critical Mass romana, che cade regolarmente ogni mese, con un ciclostile appunto, e nacque così la prima ed unica opera cartacea che diede, anche, il nome a ‘sto blog. Qui il numero zero cartaceo digitalizzato.
Un blog fermo? A parte i tuittini irregolari degli aggiornamenti, pochi, dalla pagina fb si.
Congelato dopo che una tempesta si era abbattuta tra la redazione. Divergenze incontrollabili e rapporti individuali ma anche dinamiche di gruppo, non hanno permesso, come spesso accade, di continuare a riunire e a coltivare le idee migliori attorno al simpatico ciclostile digitalizzato.
L’unica maestranza rimasta disponibile a mantenere le funzioni vitali di base di CSCritico attive fu lo scrivente. Nessuno parlava di nulla, come oggi, ancora meno se ne occupavano, era il periodo del sequestro di Rossella Urru, poi rilasciata… Ringraziando Dio e le persone illuminate.
E il blog, che essenzialmente rivendicava un posizionamento politico su questioni sociali di base, non dico la Siria, che apparentemente potrebbe non riguardarci, ma pratiche semplici di convivenza cittadina, si arenò sui fondali melmosi emersi di un disorientamento diffuso che, anche questo veramente si, ci accomuna tutt*, oggi più che mai.
In effetti un sostanziale rifiuto e abbandono di certe “logiche” capitalistiche che si mordono la coda come la macchina che devi avere e pagare col denaro che guadagni andando a lavorare in macchina, e vale per la badante; per la palestra etc. Era, risultava, insensato andare tutti quanti insieme in bicicletta in nome di un mondo diverso senza pensare eroicamente quali parvenze dovesse avere questo nuovo mondo, di quali sogni andava nutrito e da quali illusioni andasse protetto. Una sana dose di antifascismo vero e sincero. L’abbandono delle logiche violente del patriarcato per un femminismo sentito, vissuto e condiviso. Il rispetto sacrosanto per le scelte diverse dalle nostre senza distinzioni di credo, etnia, sesso, casta e colore. Si potrebbe continuare lungamente l’elencazione per un prontuario della buona e sana decrescita; il manuale del giovane e vero rievoluzionario. Scelte nutrizionali che impattano profondamente sulle catene alimentari terrestri. Scelte spirituali e antispeciste che danno, ridanno un significato vero alla parola pace; alla non violenza; al miglioramento della condizione umana attraverso l’uguaglianza; l’amore disinteressato per i prossimi; la dimensione del servizio a favore del bene comune e universale. L’edificazione di un’educazione libera dai dogmi e dall’ indottrinamento etnocentrico e invero incentrata sull’in segnamento, sullo sviluppo della comprensione, del discernimento e della compassione.
La dottrina del cuore crea uomini liberi, pensanti, autonomi e amorevoli.
La dottrina della conoscenza e della nozionistica fine a se stessa alimenta il pensiero massificato, dipendente, accresce la confusione terribile tra i bisogni materiali indotti e la fisiologica necessità di vivere semplicemente e beatamente, senza il terrore di non avere il denaro per mangiare e tre telefoni cellulari nella borsa.
Oh perbacco! Volevamo, e vogliamo, incidere sulla società, sul cambiamento sociale di base? Attraverso l’emblema della bicicletta?
Mi sta bene, è lo strumento rievoluzionario perfetto, per eccellenza, economico, efficiente, maneggevole, alla portata di tutti, real politik allo stato puro! Inforcata la bicicletta qual’è la direzione comune, esiste? Le idee? Non si riusciva, e pure oggi è faticoso, a parlare un linguaggio comune, ripeto, per l’entourage di questo blog non c’è stato nemmeno il tempo, solo quello del ciclone, chiaramente, quello si.
Alzando un pochino lo sguardo osservo a questo punto le dinamiche, che poi son sempre le stesse, per esempio, tra i ferventi puristi delusi dalla mancanza di “lotte comuni” tra i sostenitori delle varie Critical Mass e dell’imminente Ciemmona che quest’anno si farà a Milano, per la prima volta, e chi effettivamente non sente il bisogno di “accollarsi”, di farsi carico, di nessuna battaglia per l’ambiente o altro baluardo da mostrare.
Sono illusioni, come maya, illusioni e giochi della mente. Cosa vuoi, volete, vogliamo contestare a Milano coi sofismi, un expò barcollante per sua stessa natura?? Generato e non creato dalla stessa sostanza dei formiconi, mò ratti, che si sono abbuffati nella casa del Padre accumulando ricchezze materiali??
Poi contestare, ma la Critical Mass lo è già di per se una contestazione, semmai si tratta di farsi, di essere, di sentirsi esempio, veicolo positivo attraverso un modus vivendi positivo… Cos’è sta mania dei patentini? Eretica docet. Quella del vero ciclista urbano, il bravo anarchico, ma non comunista, il comunista, non anarchico, l’attivista, il militante, l’operatore di rete, ecco questo mi ricorda un filino un pescatore, l’operatore di rete, incredibile.. Soprattutto sti patentini chi li da? Avvengono iniziazioni occulte? A chi si richiedono? Personalmente non ne vorrei, quelli che mi risuonano e mi garbano me li do da me. Poi meno tessere si hanno meglio è, sono un problema di questo paese ci avete mai pensato? Ci si ghettizza, si fa comunella per spar(l)are alla tessera diversa e pure alle sue cause. Le “tessere” allontanano la solidarietà, ecco! Io ne ho presa una, tanti anni fa, quella di Volontari del Bene, mi basta, non serve altro… Per tutto il resto c’è il presente e la Coscienza. Senza aprire varchi sui fronti femministi che a ben guardare Eretica nelle palle degli occhi, si fa per dire eh, qualche salotto buono, la Madame Deuselle e qualche gruppo fb e la realtà circostante anche il femminismo attraversa stati febbrili e incandescenti.
Poi sta mania delle separazioni e delle differenze sul pisello, perché di questo si tratta, se hai il pisello oppure la vulva. Una teoria da orticaria basata sulla differenza sessuale, strumentalizzata, del pisello appunto, è diventata l’arma e lo scudo improprio dei nuovi battaglioni delle nazifem e dei nazifem, eserciti di individui pronti a schierarsi da una parte o dall’altra, tanto per cambiare, pur di dimostrare attraverso citazioni improbabili la superiorità delle “icsilon” o delle ipsilon e portare acqua al proprio mulino, altro che bene comune; un piffero!

arina
Sono le categorie, le etichette a servire la nostra miseria infinita. Personalmente le aborro, le ho vissute sulla mia pelle, ho lavorato ai margini dell’emarginazione, dove le persone sono numeri e alla propria vita viene anteposto il bene dell’istituto o dell’azienda che dir si voglia.
Siamo stati cresciuti ed educati a dividere il mondo in buoni e cattivi, non a riconoscere il bene e il male e a sforzarci di vedere il bene in chiunque. Ci hanno insegnato a desiderare cosa fare da grandi. Ma da grandi si fanno un sacco di cose, si è tante manifestazioni diverse, si cresce, si fanno percorsi nuovi, si cambia, dopo dieci anni si è una persona completamente diversa… Diffididate, istantaneamente, da chi predica che non si cambia… Il tempo passa e si cambia comunque, tanto vale agire, disinteressata mente, ma agire, sentire, orientarsi, direzionarsi..
Lecito è dunque chiedersi a chi giova il ritrovarsi una società categorizzata, chiusa, castizzata, quasi a comparti stagni, se pensate che la vita media si aggira sugli ottanta anni e l’etichetta è una, al massimo un paio.
Siamo tutt* incasellat*. Le avvocate, gli infermieri, i strizzacervelli, le guardie, i postini, le fornaie, gli sciampisti etc. Poi ci sono le macro categorie, gli onesti cittadini, i pregiudicati e gli incensurati, i cattivi e i buoni, i colpevoli e gli innocenti, chi ha le colpe e chi le ragioni, i timorati di Dio e anche qui non si finirebbe più a disegnare la mappa delle categorie sociali, l’alveare composito ma regolare, controllabile, quantomeno osservabile e registrabile nei suoi mutamenti e pre vedibile e infine orientabile al proprio tornaconto, sempre quello del piffero!
In Italia sembra tutto un po’ più difficile, sotto certi profili sociali. Mentre altri popoli hanno avuto modo di affrontare determinati aspetti del reale, di metabolizzarli e di elaborarli in forme e strutture che appartengono, già, naturalmente al quotidiano e all’ordinario, noi siamo più lenti. E allora devi ribadire e ricominciare da capo coi concetti di base, così sulla libertà di espressione e di opinione, sulla libertà sessuale e di orientamento, sul godimento civile e politico dei diritti fondamentali di ogni liber* cittadin*, coppie, adozioni, unioni etc.; sull’importanza di riconoscere e curare una coscienza a faro di se stessi.
Quando leggevo dell’esuberante zelo nella formidabile cricca di opale nera, Antonella, i Carlini e i Gerini, Angela, Anna, Agnenas e Coco e altr* mi deprimeva il livello, considerando pure gli ignominiosi insulti gratuiti a loro puntualmente riservati, e a chi ne prende le difese, al quale siamo costretti a confrontarci nel belpaese. Quasi sempre poi, gli insulti, da parte di brillanti esponenti dell’alta società borghese, che magari scrivono pure, piccolo piccolo, di essere membri direttivi di taluni partiti.
Invece è necessario che emergano e si diffondano pensieri e creatività laterale, anche se c’è da gonfiarsi le ovaie e le prostate oltre lo sfinimento ad affrontare i muri di gomma. A volte sono preferibili gli accerchiamenti a smascheramento automatico che non gli scontri diretti. E’ pur vero che su una nave, in una bella squadra, servono tutte le specialità, dal capitano in comanda al cieco che sente il vento meglio di tutt*.
Le navi, a volte, sono così grandi che chi sta a poppa non sa che a prua c’è la guerra! Diceva teneramente e sottovoce Flon-Flon a Musetta, ma quella è un’altra storia…

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Concludendo ci vorremmo quindi far risentire con le migliori intenzioni, se qualcun* raccoglie l’appello tra i papabili, con proposte editoriali nuove, che sappiano ridisegnare città vivibili, e di approfondimento per un’ informazione vera e libera, critica, tuttavia positiva e fuori dal coro; spesso è lì che cantano le voci migliori.
Personalmente sento che si aprono usci nuovi e interessanti, perfino dal mondo del cinema appaiono gioiose visioni di rubicondi produttori seduti e sorridenti come il Buddha della prosperità, e allora agli spazi di attraversamento intersezionali, alle buone intenzioni, alle genti che camminano per il sentiero e approdano volentieri a mirabili crocicchi speculativi e goderecci, siate benvenute e benvenuti… Possibilmente in bici e ad ogni modo, da Messina a Pordenone, soprattutto se siete seduti su una tonnellata di acciaio, andate piano!
Ci sono quasi quattromila morti l’anno nel nostro paese per incidenti legati ai veicoli a motore, che coinvolgono anche e spesso gli utenti più deboli, bambin*, pedoni, ciclist*. E’ una piccola guerra che ogni anno porta via tremilasettecento persone, dieci al giorno… Dal punto di vista strettamente numerico quest’emergenza dovrebbe essere considerata grave e violenta più del numero dei femminicidi, degli omicidi volontari e dei morti sul lavoro messi insieme.
Educazione. Natura, Spiritualità e Amore per il bene comune, e per il prossimo, potrebbero imporci di prendere in mano la situazione in prima persona, rinunciando, per esempio, all’automobile il più possibile e contribuendo fattivamente ad una mobilità e ad una città nuova e sana. Arrivederci!

 

Inganni della mente

l’opportunità non sta nello scegliere se fare l’incendiario o il pompiere bensì nel riuscire a capire quando si deve accendere il fuoco e quando lo si deve spegnere

madonne

 

Buone notizie

sono state approvate le misure di riduzione della carcerazione in favore delle misure alternative per ciò che concerne le misure cautelari da adottare prima della condanna, rimangono esclusi i reati per mafia, terrorismo e traffico internazionale. Del 30 aprile la Gazzetta e dall’8 maggio in vigore. Sarà quindi più difficile entrare in carcere prima della condanna definitiva anche in Italia. Si conterà sulle misure alternative alla detenzione come l’obbligo di firma in caserma, il domicilio coatto presso il lavoro e/o l’abitazione ecc.

C’era una volta un narratore. Viveva povero, ma senza preoccupazioni, felice di niente, con la testa sempre piena di sogni. Ma il mondo intorno gli pareva grigio, brutale, arido di cuore, malato d’anima. E ne soffriva.

Un mattino, mentre attraversava una piazza assolata, gli venne un’idea. “E se raccontassi loro delle storie? Potrei raccontare il sapore della bontà e dell’amore, li porterei sicuramente alla felicità”.

dalidonnafinestra

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Salve,

Aperiodico significa senza periodo prestabilito. Preciso. Senza  cadenze regolari.

Nel caso specifico, Specchio d’una coscienza italiana presunta e investigata a frammenti razionalizzanti, nell’accezione di CSCrit.

Papa Francesco  afferma:

“Chi sono io x giudicare gli e le omosessuali?”

Sul Marxismo: “[…ho capito alcune cose, un aspetto del sociale, che Poi ritrovai nella dottrina sociale della Chiesa”.

“E qui lo ripeto. Ciascuno ha una sua idea del Bene e del Male e deve scegliere di seguire il Bene e combattere il Male come lui li concepisce”. Basterebbe questo per migliorare il Mondo”

“[…Questo è importante, conoscersi, ascoltarsi, ampliare la cerchia dei pensieri. Il mondo è percorso da strade che ravvicinano e allontanano, ma l’importante è che portino verso il Bene”

Canal_Grande_Ponte_di_Rialto Continua a leggere »

Salve,

C’è un interessante articolo su AZ su formiche.net. Un commento diventa articolo su CSCrit

fiori

Salve,

Gran bell’articolo, illuminante, in un mare buio e superficiale di info sul comparto aereo e sull’industria aeronautica italiana (quest’ultima meriterebbe considerazioni extra, per es. investimento tecnologico nostrano serio invece che dedicarsi a capire se e come si possono far volare limoni, i limoni non volano e se lo fanno, lo fanno molto male).

Tuttavia credo fermamente che se il controllo di gestione di AZ non cambia radicalmente. Non tra un mese, ma da DOMANI
MATTINA.

Se il rigore e la serietà che sono mancati ad iniziare dalla fine degli anni ottanta non si ritrova. Se Continua a leggere »

xmastreeb

[… Io apprezzo al sommo grado la gentilezza del pensiero del suo Principale ed il nobile sentimento di disinteressata e superiore cortesia cui si e’ certamente ispirato.

Ma io sono un uomo politico attivo, un militante. E si sa che la politica ha delle esigenze crudeli, talvolta brutali anche perche’ – in gran parte – e’ fatta di esagerazioni e di insinuazioni, specialmente in un ambiente – come il nostro – ghiotto di pettegolezzi piu’ o meno piccanti.

Io, Lei ed il Principale, siamo convinti della nostra personale onesta’ ma per la mia situazione politica non basta l’intima coscienza della propria onesta’.

E’ necessaria – e Lei lo intende – anche l’onesta’ esteriore …]

tratto da http://www.casadivittorio.it/lettera1920.html




  • Cinguettii

  • #ciemmona 2014

    Eleven30 Maggio 2014
  • ipse

    Secondo alcuni autorevoli testi di tecnica di aeronautica, il calabrone non può volare, a causa della forma e del peso del proprio corpo in rapporto alla superficie alare. Ma il calabrone non lo sa e perciò continua a volare. Igor Sikorsky
  • Non l'amore, non i soldi, non la fede, non la fama, non la giustizia... datemi solo la Verità. H.D.Thoreau

  • Noi lavoriamo nell'oscurità: facciamo quel che possiamo, diamo quello che abbiamo. Il dubbio è passione, e le nostre passioni sono il nostro compito; il resto è la pazzia dell'arte. H. James
  • E t'amo, t'amo, ed è continuo schianto. G.Ungaretti
  • Così la vita sociale è fatta di categorie artificiali astratte che non corrispondono per nulla alla natura effettiva degli uomini ma finiscono per regolarne arbitrariamente i comportamenti e le azioni, condizionandone in ogni modo il destino. G. Antonucci
  • ‎Quando la giustizia si estingue e il male domina la terra, noi veniamo in essere, secolo dopo secolo, e prendiamo forma visibile, ci muoviamo, uomo tra gli uomini, per la difesa del bene, respingendo il male e reinstallando la virtù sul suo trono. Satyagraha, Philip Glass
  • Potrete ingannare tutti per un po', qualcuno per sempre. Non potrete ingannare tutti per sempre. Gandhi
  • La terapia somministrata dagli educatori, dagli psichiatri e dagli assistenti sociali non può che convergere verso i medesimi obiettivi dei pianificatori, dei manager e dei venditori, e divenire complementare ai servizi degli organi di sicurezza, delle forze armate e della polizia. I. Illich
  • syria

    FS

    FS