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Qui ci dissociamo dal titolo, non crediamo nelle guerre, quelle del passato ne quelle odierne, figuriamoci quelle paventate. Dopo questo quando si parla di rivalità e di differenze sistemiche, è vero, si dovrebbe, crediamo, pur mantenere l’umiltà di saper oltre che ascoltare anche imparare. Si, una forma di fiducia, una sua espressione, se vogliamo. La economia che non inficia, che impatta senza interferire con la politica sana. Non hanno avuto remore nell’interpretare le relazioni economiche contemporanee, attualissime, tuttavia l’hanno fatto portando sulle proprie spalle il peso di oltre settemila anni di storia, di educazione, di cultura. Ci hanno visto nascere! I cinesi
Ecco, qui non ci piace neanche un po’ essere definiti “contro”, a noi, in effetti, piace essere, semmai, definiti “per”
Grazie, dunque a chi si chiede cosa è la pace e cosa la giustizia; se quest’ultima debba, in qualche modo, se non prevalere, sposarsi con la misericordia. O se, d’altro canto, a volte sia la misericordia, e il buon senso, a prevalere, a calibrarsi in un equilibrio che tende, che non è, ma tende, alla perfezione, che è di Dio. Cosa voleva dire l’allora presidente quando invocava la comprensione dello ”immigrato” come risorsa e non come problema? A proposito, sembra che nei pressi dell’estremo oriente, da qualche parte, si usa non usare la parola “problema”, bensì opportunità.
Siamo all’incirca duecentoqurantatrè nazioni più qualche Stato diversamente definito. Se ognuna prendesse come impegno nel termine di un anno quello di riuscire a sfamare i Suoi cittadini, tutti! Dal primo all’ultimo. Ah, non ho solo io questo sogno vero? Due miliardi di persone senza acqua, due miliardi… Senza accesso diretto… Sembrerebbe difficile, quasi impossibile, quantomeno lontano da immaginare, da superare… In breve, tuttavia, suddividendo l’ Impegno in un anno per duecentocinquantadue realtà, scusate l’approssimazione, non mi aggiorno da un bel po’, crediamo che è facile, una volta stabilito l’obiettivo, rivedersi intorno allo stesso tavolo e fare il punto della situazione chiedendoci: “Siamo riusciiti a sfamare tutti i nostri cittadini oggi?” Che altro dobbiamo dire, meno male che non siamo malati e che Giovanna ha da fare coi minori stranieri…
Ironia, dimensione benedetta veramente, a parte, vorrebbe solo essere una riflessione, si. Una, tra le tante riflessioni della realtà che un po’ per fortuna, ma un po’ anche un po’ per sfortuna, riflettono appunto. Riflettono ciò, secondo noi, che sono le espressioni del malessere? Del disorientamento diffuso? Delle sociopatie convergenti verso il male nella derisione popolare attraverso le dittature sottili? Speriamo di no! Speriamo e facciamo, nei cortei, quelli composti e quelli lacerati dalle grida dei desaparecidos, per esempio. Facciamo del nostro meglio e spesso, sempre oseremmo dire, siamo i primi a privarci. Si, a privarci per invidia bonaria e per mancanza del denaro, delle automobili, abbiamo scoperto che fuori dalle scatole di tonno si vive meglio, per primi, poi l’abbiamo capito e lo stiamo capendo un po’ tutti. Cerchiamo di andare verso l’autoprodotto, dai contadini del quartiere, a una vita il più possibile sana! Crediamo in quel sodalizio inconfutabile tra il sole e la Vita di noi tutti, in quell’ineffabile che è Dio, e in quel genio siffatto che siamo noi, noi siamo, l’uomo. Fieri e con orgoglio! Poi? Poi siamo quelli che bestemmiano, a catena, che sputano su Cristo, che ridono di Dio. Che si vanno a cercare, in quell’ubriacatura spesso troppo ideologica, di dissetare il proprio bisogno spirituale cercando, inconsapevoli, ma benvengano, di abbeverarsi a fonti lontane, qualora almeno una scintilla che tende a rientrare in una dimensione spirituale, Propria dell’uomo, sia rimasta e ritrovando ciò, esattamente ciò, semmai, che abbiamo sempre dopo combattuto e ancora prima negato.
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