Posts Tagged ‘mobilità’

tnt

Si dice che per aprirsi a nuove relazioni e a nuovi rapporti bisogna rendersi più vulnerabili. C’è del vero e vorremmo ricominciare da qui.
Ciclostile critico nasce dal basso, dal sottobosco. Da un sottobosco dove ora c’è un lago. I laghi si comportano così, che volete farci…
Il fermento letterario, correva l’anno 2010 e l’estate era alle porte, cresceva tra talune e taluni ardit* amanti del ciclismo urbano.
Per farla corta il ciclismo urbano, come filosofia che vuole riversarsi in una pratica quotidiana, pensa l’uso della bicicletta in sostituzione del veicolo a motore. Muta lo stile di vita, cambiano le abitudini e il ringiovanimento delle persone, delle città e quindi della società, se la pratica è fruibile e diffusa su ampie scale, risulta evidente, come praticando i cinque tibetani giornalmente..
In codesto scenario un pugno di ciclisti vollero stampare un numero zero, con le proprie idee e alcune proposte goliardiche come la Critical Mass romana, che cade regolarmente ogni mese, con un ciclostile appunto, e nacque così la prima ed unica opera cartacea che diede, anche, il nome a ‘sto blog. Qui il numero zero cartaceo digitalizzato.
Un blog fermo? A parte i tuittini irregolari degli aggiornamenti, pochi, dalla pagina fb si.
Congelato dopo che una tempesta si era abbattuta tra la redazione. Divergenze incontrollabili e rapporti individuali ma anche dinamiche di gruppo, non hanno permesso, come spesso accade, di continuare a riunire e a coltivare le idee migliori attorno al simpatico ciclostile digitalizzato.
L’unica maestranza rimasta disponibile a mantenere le funzioni vitali di base di CSCritico attive fu lo scrivente. Nessuno parlava di nulla, come oggi, ancora meno se ne occupavano, era il periodo del sequestro di Rossella Urru, poi rilasciata… Ringraziando Dio e le persone illuminate.
E il blog, che essenzialmente rivendicava un posizionamento politico su questioni sociali di base, non dico la Siria, che apparentemente potrebbe non riguardarci, ma pratiche semplici di convivenza cittadina, si arenò sui fondali melmosi emersi di un disorientamento diffuso che, anche questo veramente si, ci accomuna tutt*, oggi più che mai.
In effetti un sostanziale rifiuto e abbandono di certe “logiche” capitalistiche che si mordono la coda come la macchina che devi avere e pagare col denaro che guadagni andando a lavorare in macchina, e vale per la badante; per la palestra etc. Era, risultava, insensato andare tutti quanti insieme in bicicletta in nome di un mondo diverso senza pensare eroicamente quali parvenze dovesse avere questo nuovo mondo, di quali sogni andava nutrito e da quali illusioni andasse protetto. Una sana dose di antifascismo vero e sincero. L’abbandono delle logiche violente del patriarcato per un femminismo sentito, vissuto e condiviso. Il rispetto sacrosanto per le scelte diverse dalle nostre senza distinzioni di credo, etnia, sesso, casta e colore. Si potrebbe continuare lungamente l’elencazione per un prontuario della buona e sana decrescita; il manuale del giovane e vero rievoluzionario. Scelte nutrizionali che impattano profondamente sulle catene alimentari terrestri. Scelte spirituali e antispeciste che danno, ridanno un significato vero alla parola pace; alla non violenza; al miglioramento della condizione umana attraverso l’uguaglianza; l’amore disinteressato per i prossimi; la dimensione del servizio a favore del bene comune e universale. L’edificazione di un’educazione libera dai dogmi e dall’ indottrinamento etnocentrico e invero incentrata sull’in segnamento, sullo sviluppo della comprensione, del discernimento e della compassione.
La dottrina del cuore crea uomini liberi, pensanti, autonomi e amorevoli.
La dottrina della conoscenza e della nozionistica fine a se stessa alimenta il pensiero massificato, dipendente, accresce la confusione terribile tra i bisogni materiali indotti e la fisiologica necessità di vivere semplicemente e beatamente, senza il terrore di non avere il denaro per mangiare e tre telefoni cellulari nella borsa.
Oh perbacco! Volevamo, e vogliamo, incidere sulla società, sul cambiamento sociale di base? Attraverso l’emblema della bicicletta?
Mi sta bene, è lo strumento rievoluzionario perfetto, per eccellenza, economico, efficiente, maneggevole, alla portata di tutti, real politik allo stato puro! Inforcata la bicicletta qual’è la direzione comune, esiste? Le idee? Non si riusciva, e pure oggi è faticoso, a parlare un linguaggio comune, ripeto, per l’entourage di questo blog non c’è stato nemmeno il tempo, solo quello del ciclone, chiaramente, quello si.
Alzando un pochino lo sguardo osservo a questo punto le dinamiche, che poi son sempre le stesse, per esempio, tra i ferventi puristi delusi dalla mancanza di “lotte comuni” tra i sostenitori delle varie Critical Mass e dell’imminente Ciemmona che quest’anno si farà a Milano, per la prima volta, e chi effettivamente non sente il bisogno di “accollarsi”, di farsi carico, di nessuna battaglia per l’ambiente o altro baluardo da mostrare.
Sono illusioni, come maya, illusioni e giochi della mente. Cosa vuoi, volete, vogliamo contestare a Milano coi sofismi, un expò barcollante per sua stessa natura?? Generato e non creato dalla stessa sostanza dei formiconi, mò ratti, che si sono abbuffati nella casa del Padre accumulando ricchezze materiali??
Poi contestare, ma la Critical Mass lo è già di per se una contestazione, semmai si tratta di farsi, di essere, di sentirsi esempio, veicolo positivo attraverso un modus vivendi positivo… Cos’è sta mania dei patentini? Eretica docet. Quella del vero ciclista urbano, il bravo anarchico, ma non comunista, il comunista, non anarchico, l’attivista, il militante, l’operatore di rete, ecco questo mi ricorda un filino un pescatore, l’operatore di rete, incredibile.. Soprattutto sti patentini chi li da? Avvengono iniziazioni occulte? A chi si richiedono? Personalmente non ne vorrei, quelli che mi risuonano e mi garbano me li do da me. Poi meno tessere si hanno meglio è, sono un problema di questo paese ci avete mai pensato? Ci si ghettizza, si fa comunella per spar(l)are alla tessera diversa e pure alle sue cause. Le “tessere” allontanano la solidarietà, ecco! Io ne ho presa una, tanti anni fa, quella di Volontari del Bene, mi basta, non serve altro… Per tutto il resto c’è il presente e la Coscienza. Senza aprire varchi sui fronti femministi che a ben guardare Eretica nelle palle degli occhi, si fa per dire eh, qualche salotto buono, la Madame Deuselle e qualche gruppo fb e la realtà circostante anche il femminismo attraversa stati febbrili e incandescenti.
Poi sta mania delle separazioni e delle differenze sul pisello, perché di questo si tratta, se hai il pisello oppure la vulva. Una teoria da orticaria basata sulla differenza sessuale, strumentalizzata, del pisello appunto, è diventata l’arma e lo scudo improprio dei nuovi battaglioni delle nazifem e dei nazifem, eserciti di individui pronti a schierarsi da una parte o dall’altra, tanto per cambiare, pur di dimostrare attraverso citazioni improbabili la superiorità delle “icsilon” o delle ipsilon e portare acqua al proprio mulino, altro che bene comune; un piffero!

arina
Sono le categorie, le etichette a servire la nostra miseria infinita. Personalmente le aborro, le ho vissute sulla mia pelle, ho lavorato ai margini dell’emarginazione, dove le persone sono numeri e alla propria vita viene anteposto il bene dell’istituto o dell’azienda che dir si voglia.
Siamo stati cresciuti ed educati a dividere il mondo in buoni e cattivi, non a riconoscere il bene e il male e a sforzarci di vedere il bene in chiunque. Ci hanno insegnato a desiderare cosa fare da grandi. Ma da grandi si fanno un sacco di cose, si è tante manifestazioni diverse, si cresce, si fanno percorsi nuovi, si cambia, dopo dieci anni si è una persona completamente diversa… Diffididate, istantaneamente, da chi predica che non si cambia… Il tempo passa e si cambia comunque, tanto vale agire, disinteressata mente, ma agire, sentire, orientarsi, direzionarsi..
Lecito è dunque chiedersi a chi giova il ritrovarsi una società categorizzata, chiusa, castizzata, quasi a comparti stagni, se pensate che la vita media si aggira sugli ottanta anni e l’etichetta è una, al massimo un paio.
Siamo tutt* incasellat*. Le avvocate, gli infermieri, i strizzacervelli, le guardie, i postini, le fornaie, gli sciampisti etc. Poi ci sono le macro categorie, gli onesti cittadini, i pregiudicati e gli incensurati, i cattivi e i buoni, i colpevoli e gli innocenti, chi ha le colpe e chi le ragioni, i timorati di Dio e anche qui non si finirebbe più a disegnare la mappa delle categorie sociali, l’alveare composito ma regolare, controllabile, quantomeno osservabile e registrabile nei suoi mutamenti e pre vedibile e infine orientabile al proprio tornaconto, sempre quello del piffero!
In Italia sembra tutto un po’ più difficile, sotto certi profili sociali. Mentre altri popoli hanno avuto modo di affrontare determinati aspetti del reale, di metabolizzarli e di elaborarli in forme e strutture che appartengono, già, naturalmente al quotidiano e all’ordinario, noi siamo più lenti. E allora devi ribadire e ricominciare da capo coi concetti di base, così sulla libertà di espressione e di opinione, sulla libertà sessuale e di orientamento, sul godimento civile e politico dei diritti fondamentali di ogni liber* cittadin*, coppie, adozioni, unioni etc.; sull’importanza di riconoscere e curare una coscienza a faro di se stessi.
Quando leggevo dell’esuberante zelo nella formidabile cricca di opale nera, Antonella, i Carlini e i Gerini, Angela, Anna, Agnenas e Coco e altr* mi deprimeva il livello, considerando pure gli ignominiosi insulti gratuiti a loro puntualmente riservati, e a chi ne prende le difese, al quale siamo costretti a confrontarci nel belpaese. Quasi sempre poi, gli insulti, da parte di brillanti esponenti dell’alta società borghese, che magari scrivono pure, piccolo piccolo, di essere membri direttivi di taluni partiti.
Invece è necessario che emergano e si diffondano pensieri e creatività laterale, anche se c’è da gonfiarsi le ovaie e le prostate oltre lo sfinimento ad affrontare i muri di gomma. A volte sono preferibili gli accerchiamenti a smascheramento automatico che non gli scontri diretti. E’ pur vero che su una nave, in una bella squadra, servono tutte le specialità, dal capitano in comanda al cieco che sente il vento meglio di tutt*.
Le navi, a volte, sono così grandi che chi sta a poppa non sa che a prua c’è la guerra! Diceva teneramente e sottovoce Flon-Flon a Musetta, ma quella è un’altra storia…

erospsicheom
Concludendo ci vorremmo quindi far risentire con le migliori intenzioni, se qualcun* raccoglie l’appello tra i papabili, con proposte editoriali nuove, che sappiano ridisegnare città vivibili, e di approfondimento per un’ informazione vera e libera, critica, tuttavia positiva e fuori dal coro; spesso è lì che cantano le voci migliori.
Personalmente sento che si aprono usci nuovi e interessanti, perfino dal mondo del cinema appaiono gioiose visioni di rubicondi produttori seduti e sorridenti come il Buddha della prosperità, e allora agli spazi di attraversamento intersezionali, alle buone intenzioni, alle genti che camminano per il sentiero e approdano volentieri a mirabili crocicchi speculativi e goderecci, siate benvenute e benvenuti… Possibilmente in bici e ad ogni modo, da Messina a Pordenone, soprattutto se siete seduti su una tonnellata di acciaio, andate piano!
Ci sono quasi quattromila morti l’anno nel nostro paese per incidenti legati ai veicoli a motore, che coinvolgono anche e spesso gli utenti più deboli, bambin*, pedoni, ciclist*. E’ una piccola guerra che ogni anno porta via tremilasettecento persone, dieci al giorno… Dal punto di vista strettamente numerico quest’emergenza dovrebbe essere considerata grave e violenta più del numero dei femminicidi, degli omicidi volontari e dei morti sul lavoro messi insieme.
Educazione. Natura, Spiritualità e Amore per il bene comune, e per il prossimo, potrebbero imporci di prendere in mano la situazione in prima persona, rinunciando, per esempio, all’automobile il più possibile e contribuendo fattivamente ad una mobilità e ad una città nuova e sana. Arrivederci!

 

Inganni della mente

l’opportunità non sta nello scegliere se fare l’incendiario o il pompiere bensì nel riuscire a capire quando si deve accendere il fuoco e quando lo si deve spegnere

madonne

 

Buone notizie

sono state approvate le misure di riduzione della carcerazione in favore delle misure alternative per ciò che concerne le misure cautelari da adottare prima della condanna, rimangono esclusi i reati per mafia, terrorismo e traffico internazionale. Del 30 aprile la Gazzetta e dall’8 maggio in vigore. Sarà quindi più difficile entrare in carcere prima della condanna definitiva anche in Italia. Si conterà sulle misure alternative alla detenzione come l’obbligo di firma in caserma, il domicilio coatto presso il lavoro e/o l’abitazione ecc.

In questi giorni c’è un bel fermento a parlare di ciclisti. Per le strade, al bar, al mercato, sembra che la pacifica e allegra protesta di salvaiciclisti stia trabordando dagli orli della rete per riversarsi, chissà, ce lo auguriamo, nel tessuto del nostro vivere quotidiano reale.
Tra mailing di officine varie, richieste di adesione, inviti a redigere volantini, comunicati per raduni piuttosto che per quell’altro evento non si saprebbe a chi dare i resti. Presenze a ipotetici biciexpò che sembrano infiammare l’area di contestazione di questa fiera prevista tra l’ 8 e l’11 marzo nella capitale; poco gradita, sembra, e inequivocabilmente promiscua la commistione a un biciexpò di un area riservata ai motori accanto alle bici. Una fiera che costa cara, 16 euro. Una fiera che ha come slogan veni,vidi,compra!

Facciamo quel che si può ad ogni modo questa è la nostra idea di mobilità e di urbanistica possibile. E’ scritta e pensata da “ciclista” per creare coesione nella campagna #salvaiciclisti con le realtà di traffico leggero che non usano la bici: camminatori (anche paseggiatori), corridori, fondisti, pattinatori etc.

Usatela se volete come credete, prendetene spunto, ritagliate, scopiazzate, riassumete, elaborate, twittate, bloggate, leggetela su un palco ma per favore Continua a leggere »

continua per leggere l’articolo di Luca Fazio e sostieni #ilManifesto

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Piciclisti

Ieri è stata una giornata storica per molti punti di vista.

È stata storica perché tre ciclisti uccisi sulle strade in meno di 24 ore in inverno, non si vedevano da molto tempo: il primo è avvenuto a Monza, dove un uomo di 40 anni è stato travolto e ucciso, il secondo a  Loreo (RO), il terzo a Milano, schiacciato da un camion. Per la cronaca, l’assassino di Loreo non ha ancora un nome perché si è dato alla fuga subito dopo l’impatto. I giornali lo chiamano pirata della strada, io lo chiamo criminale, perché non voglio che si crei la minima analogia tra la sua schifosa vigliaccheria e il brillante eroismo del vero pirata, Marco Pantani.

È stata storica perché ieri è iniziata la raccolta firme al progetto di legge che sarà depositato oggi in Parlamento. Il disegno di legge “salva ciclisti” che…

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The Times Cities fit for cycling

 

CicloStile critico aderisce alla campagna indetta dal Times e insieme agli altri blogger ciclisti promuove e sostiene la campagna in Italia per città nuove all’insegna della mobilità sostenibile.

  • Gli autoarticolati che entrano in un centro urbano devono, per legge, essere dotati di sensori, allarmi sonori che segnalino la svolta, specchi supplementari e barre di sicurezza che evitino ai ciclisti di finire sotto le ruote.
  • I 500 incroci più pericolosi del paese devono essere individuati, ripensati e dotati di semafori preferenziali per i ciclisti e di specchi che permettano ai camionisti di vedere eventuali ciclisti presenti sul lato.
  • Dovrà essere condotta un’indagine nazionale per determinare quante persone vanno in bicicletta in Italia e quanti ciclisti vengono uccisi o feriti.
  • Il 2% del budget dell’ANAS dovrà essere destinato alla creazione di piste ciclabili di nuova generazione.
  • La formazione di ciclisti e autisti deve essere migliorata e la sicurezza dei ciclisti deve diventare una parte fondamentale dei test di guida.
  • 30 km/h deve essere il limite di velocità massima nelle aree residenziali sprovviste di piste ciclabili.
  • I privati devono essere invitati a sponsorizzare la creazione di piste ciclabili e superstrade ciclabili prendendo ad esempio lo schema di noleggio bici londinese sponsorizzato dalla Bar*****
  • Ogni città deve nominare un commissario alla ciclabilità per promuovere le riforme.

CicloStile critico

Ciao,
CicloStile critico si tuffa nel web con una presenza su questo blog e a cascata su twitter.com/CicloStilecriti e sulla pagina fb fb.com/ciclostilecritico. Inoltre su scribd.com/ciclostilecritico trovate il numero zero, unica stampa cartacea del giugno 2010, e altre risorse che riguardano il ciclismo critico e non solo.. Buona lettura




  • Cinguettii

  • #ciemmona 2014

    Eleven30 Maggio 2014
  • ipse

    Secondo alcuni autorevoli testi di tecnica di aeronautica, il calabrone non può volare, a causa della forma e del peso del proprio corpo in rapporto alla superficie alare. Ma il calabrone non lo sa e perciò continua a volare. Igor Sikorsky
  • Non l'amore, non i soldi, non la fede, non la fama, non la giustizia... datemi solo la Verità. H.D.Thoreau

  • Noi lavoriamo nell'oscurità: facciamo quel che possiamo, diamo quello che abbiamo. Il dubbio è passione, e le nostre passioni sono il nostro compito; il resto è la pazzia dell'arte. H. James
  • E t'amo, t'amo, ed è continuo schianto. G.Ungaretti
  • Così la vita sociale è fatta di categorie artificiali astratte che non corrispondono per nulla alla natura effettiva degli uomini ma finiscono per regolarne arbitrariamente i comportamenti e le azioni, condizionandone in ogni modo il destino. G. Antonucci
  • ‎Quando la giustizia si estingue e il male domina la terra, noi veniamo in essere, secolo dopo secolo, e prendiamo forma visibile, ci muoviamo, uomo tra gli uomini, per la difesa del bene, respingendo il male e reinstallando la virtù sul suo trono. Satyagraha, Philip Glass
  • Potrete ingannare tutti per un po', qualcuno per sempre. Non potrete ingannare tutti per sempre. Gandhi
  • La terapia somministrata dagli educatori, dagli psichiatri e dagli assistenti sociali non può che convergere verso i medesimi obiettivi dei pianificatori, dei manager e dei venditori, e divenire complementare ai servizi degli organi di sicurezza, delle forze armate e della polizia. I. Illich
  • syria

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