Archive for the ‘all’ Category

Strong; Low; Specifical. L’inteligenza a
fonti:
stati generali dell’intelligenza atificiale 2023
vatican news podcast
Qui ci dissociamo dal titolo, non crediamo nelle guerre, quelle del passato ne quelle odierne, figuriamoci quelle paventate. Dopo questo quando si parla di rivalità e di differenze sistemiche, è vero, si dovrebbe, crediamo, pur mantenere l’umiltà di saper oltre che ascoltare anche imparare. Si, una forma di fiducia, una sua espressione, se vogliamo. La economia che non inficia, che impatta senza interferire con la politica sana. Non hanno avuto remore nell’interpretare le relazioni economiche contemporanee, attualissime, tuttavia l’hanno fatto portando sulle proprie spalle il peso di oltre settemila anni di storia, di educazione, di cultura. Ci hanno visto nascere! I cinesi
Ecco, qui non ci piace neanche un po’ essere definiti “contro”, a noi, in effetti, piace essere, semmai, definiti “per”
Grazie, dunque a chi si chiede cosa è la pace e cosa la giustizia; se quest’ultima debba, in qualche modo, se non prevalere, sposarsi con la misericordia. O se, d’altro canto, a volte sia la misericordia, e il buon senso, a prevalere, a calibrarsi in un equilibrio che tende, che non è, ma tende, alla perfezione, che è di Dio. Cosa voleva dire l’allora presidente quando invocava la comprensione dello ”immigrato” come risorsa e non come problema? A proposito, sembra che nei pressi dell’estremo oriente, da qualche parte, si usa non usare la parola “problema”, bensì opportunità.
Siamo all’incirca duecentoqurantatrè nazioni più qualche Stato diversamente definito. Se ognuna prendesse come impegno nel termine di un anno quello di riuscire a sfamare i Suoi cittadini, tutti! Dal primo all’ultimo. Ah, non ho solo io questo sogno vero? Due miliardi di persone senza acqua, due miliardi… Senza accesso diretto… Sembrerebbe difficile, quasi impossibile, quantomeno lontano da immaginare, da superare… In breve, tuttavia, suddividendo l’ Impegno in un anno per duecentocinquantadue realtà, scusate l’approssimazione, non mi aggiorno da un bel po’, crediamo che è facile, una volta stabilito l’obiettivo, rivedersi intorno allo stesso tavolo e fare il punto della situazione chiedendoci: “Siamo riusciiti a sfamare tutti i nostri cittadini oggi?” Che altro dobbiamo dire, meno male che non siamo malati e che Giovanna ha da fare coi minori stranieri…
Ironia, dimensione benedetta veramente, a parte, vorrebbe solo essere una riflessione, si. Una, tra le tante riflessioni della realtà che un po’ per fortuna, ma un po’ anche un po’ per sfortuna, riflettono appunto. Riflettono ciò, secondo noi, che sono le espressioni del malessere? Del disorientamento diffuso? Delle sociopatie convergenti verso il male nella derisione popolare attraverso le dittature sottili? Speriamo di no! Speriamo e facciamo, nei cortei, quelli composti e quelli lacerati dalle grida dei desaparecidos, per esempio. Facciamo del nostro meglio e spesso, sempre oseremmo dire, siamo i primi a privarci. Si, a privarci per invidia bonaria e per mancanza del denaro, delle automobili, abbiamo scoperto che fuori dalle scatole di tonno si vive meglio, per primi, poi l’abbiamo capito e lo stiamo capendo un po’ tutti. Cerchiamo di andare verso l’autoprodotto, dai contadini del quartiere, a una vita il più possibile sana! Crediamo in quel sodalizio inconfutabile tra il sole e la Vita di noi tutti, in quell’ineffabile che è Dio, e in quel genio siffatto che siamo noi, noi siamo, l’uomo. Fieri e con orgoglio! Poi? Poi siamo quelli che bestemmiano, a catena, che sputano su Cristo, che ridono di Dio. Che si vanno a cercare, in quell’ubriacatura spesso troppo ideologica, di dissetare il proprio bisogno spirituale cercando, inconsapevoli, ma benvengano, di abbeverarsi a fonti lontane, qualora almeno una scintilla che tende a rientrare in una dimensione spirituale, Propria dell’uomo, sia rimasta e ritrovando ciò, esattamente ciò, semmai, che abbiamo sempre dopo combattuto e ancora prima negato.
La poesia è un ponte
strettissimo che attraversa
con la Luce dell’Amore
ogni punto di fuga
anonimo amalfitano
Funghi, tartufi e nespole,
vino, castagne e zucche
ottobre pentole e parrucche
anonimo genovese
Esigendo le Fedi
ha trovato un Amico,
anzi due o forse più
anonimo pisano
La Dignità è il fuoco
ardente dell’ Eleganza
anonimo veneziano
IN HONOREM PRINCIPIS APOST PAVLVS V BVRGHESIVS ROMANVS PONT MAX AN MDCXII PONT VII
Il Maestro disse:
A quindici anni, mi applicai allo studio.
A trenta, mi feci un’opinione.
A quaranta non ebbi più dubbi
A cinquanta, conobbi il volere del cielo
A sessanta, il mio oreccchio si mise in sintonia.
A settanta, seguo tutti i desideri del mio cuore senza infrangere nessuna regola
2, 4 Confucios speaks
Fahrenheit 451, scritto da Raymond Douglas Bradbury, ispira non solo per la storia straordinaria che racconta ma anche a pensare e valorizzare la trasmissione di culture intere tramandate oralmente o per tradizione o per necessità.
Quando il padre è al fronte e la madre contribuisce e supplisce al lavoro, a volte, quando piovono le bombe, sono proprio i nonni e le nonne, babue e bebue, bisnonne e trisnonni a prendersi cura dei pargoli, raccontando e trasmettendo quei valori, come sanno fare solo coloro segnati dal tempo e dalla pazienza, che oggi nessuno prende più, o quasi, veramente sul serio e per davvero. Ed è così che spesso, a dispetto delle guerre e delle malvagità diffuse, della pseudocultura imposta colla forza e colla violenza, che un’identità si difende integra, libera, pura e resiste. E’ il caso di alcuni piccoli paesi baltici, per esempio, che nonostante gli schiaffoni a destra e a manca, nonostante il consumismo stupratore della quotidianità odierna mantiene un insieme di fondamenti e di punti fermi a baluardo della propria Umanità.
Genova, 14, 08, 2018
E’ scampato per miracolo al crollo del ponte Morandi di Genova Davide Capello, 36 anni di Nuoro, ex giocatore Cagliari (due presenze in serie B) ora portiere del Legino, squadra ligure della provincia di Savona, dove vive e dove fa il vigile del fuoco. Capello è precipitato con la sua auto da un’altezza di 80 metri ed è rimasto incastrato con la sua auto tra le macerie rimanendo fortunatamente illeso tanto che è uscito con le sue gambe dall’auto. Subito soccorso dal 118, è stato trasportato in un ospedale di Genova. Mentre era incastrato nell’auto, Davide ha chiamato il padre Franco, dirigente della squadra “Puri e Forti” di Nuoro dove lo stesso Davide ha mosso i primi passi: “Babbo è precipitato il ponte io stavo passando e sono caduto con l’auto. Non ti preoccupare sono salvo”. Franco Capello è ancora agitato mentre riferisce all’ANSA il contenuto della telefonata con suo figlio. “All’inizio non stavo capendo, poi gli ho detto: Davide se riesci a muoverti prova a uscire e così ha fatto. Lo ha aiutato un poliziotto che ha chiamato il 118. Qualche santo lo ha salvato e devo solo ringraziare che sia vivo”.
Ansa
Signore e Signori buonasera,
Abbiamo idea di quanti sono ottanta metri?
Un palazzo di 4 livelli si erige per quindici metri…
Da cinque palazzi
Compassione immensa per le, per ora, trentacinque vittime tra cui bambini
Il metallo, come è noto a chi conosce i metalli, si stanca, soprattutto se sollecitato continuativamente.
Il cemento armato consta di un’anima di metallo.
Il cemento armato ha una durata massima stimata di un secolo, se non manutentato.
Sicuramente è di cattivo gusto gridare al miracolo mentre le salme calde vengono cercate ed estratte dall’inferno tuttavia non è possibile non notare la porzione di ponte non crollata che sovrasta più di un’abitazione, una fila di palazzi con centinaia di famiglie che vi abitano.
Manutentiamo, Vi preghiamo! Scuole, ospedali, ponti, palazzi e monumenti. Stupido pure è dargli addosso alla privatizzazione, ma è pure vero che liberarsi da parte dello Stato della gestione del proprio patrimonio equivale, a quanto pare, a liberarsi pure un pochino dalle responsabilità di quanto poi evidentemente accade se la logica del funzionamento cede a quella del profitto, e cede eh, uh se cede. Stiamo bene!
“Riprendere scale musicali e accordi rotti
code di cuccioli nella Casa dei Lord
dimmi cara, cosa può significare?
Inventare lune in chiave minore
cos’hanno a che vedere questi toni con me?
Dimmi cara dove sei stata?
Tanto tempo fa
i bambini cercavano il tesoro
il disegno della natura
andava di pari passo con il divertimento
un tale divertimento
Gonfiare palloncini in un giorno ventoso
dune desolate con tante cose da dire
dimmi cara cos’hai visto?
Tanto tempo fa
i bambini cercavano il tesoro
il disegno della natura
andava di pari passo con il divertimento
il mio divertimento
Suonare chitarre su un palco vuoto
contando le sbarre di una gabbia di ferro
dimmi cara cosa significa?
Riprendere scale musicali e corde rotte
code di cuccioli nella casa dei signori
dimmi cara, cosa può significare?
Tanto tempo fa
i bambini cercavano il tesoro
il disegno della natura
andava di pari passo con il divertimento
il mio divertimento”.
traduzione da http://www.infinititesti.com
non è la sostanza che fa il veleno
ma la dose (Paracelso)
l’abito non fa il monaco ma la dice lunga su chi è il monaco
in estremo oriente
mi avvicinai alla riva di un fiume brulla e
vicino alla timida ombra di un arbusto
scorsi un vecchio indigeno ultracentenario;
lo guardai negli occhi ed egli mi rispose
contraccambiando lo sguardo e
sorridendo divertito senza denti alcuni:
siamo tutti una sola cosa!!
Si sta come
le scimmie sugli alberi
a primavera
🙂 😀 Non è meraviglioso?
vorrei pregare la Madre Immensa e Smisurata
di spazzare via come polvere dimentica
le esaltazioni, si le esaltazioni,
le esaltazioni tutte, del quarto potere, ad esempio
Acqua passata che sgorga
di Vera Nova
Nel pubblico, ossia nel personale che non è ne tuo ne mio, è il nostro, abbisogniamo di uguaglianza, partecipazione condivisa pacificamente, delle idee più diverse, nell’incontro, del confronto, se proprio vogliamo dello scontro, attraverso la ricchezza dello scambio, vicini alle dimensioni del vero, del buono, del giusto e del bello; ovvero il contrario del principio inbavagliatorio, egogarchico e fascista che troppo spesso, ainoi, ci è proprio
Gli è andato male, a Hofer e all’internazionale di destra populista e razzista che tifava per lui, da Farage al presidente cecoslovacco Vaclaw Klaus , da Marine Le Pen a Viktor Orban, ai Salvini e Meloni, e alle destre estreme extraparlamentari mobilitate in massa in Austria sperando nell’«apriporta Norbert Hofer». «Con lui si cambierà rotta, l’islamizzazione dell’Austria e dell’intera Europa verrà fermata, potremo difendere la nostra patria» ci aveva detto venerdì a Vienna il capo di Die Identitaeren Erich Siller.
NON È ANDATA COSÌ, tutt’altro. Niente primo presidente di estrema destra in Europa. Hanno preso una sonora sberla sopra ogni previsione anche più ottimistica: il nuovo presidente della repubblica austriaco si chiama Alexander Van Der Bellen, primo presidente verde in Europa. I candidati dei partiti di governo socialdemocratico (Spoe) e popolare (Oevp) sono stati eliminati già al primo turno. …
leggi tutto l’articolo di Angela Mayr qui
Si dice che per aprirsi a nuove relazioni e a nuovi rapporti bisogna rendersi più vulnerabili. C’è del vero e vorremmo ricominciare da qui.
Ciclostile critico nasce dal basso, dal sottobosco. Da un sottobosco dove ora c’è un lago. I laghi si comportano così, che volete farci…
Il fermento letterario, correva l’anno 2010 e l’estate era alle porte, cresceva tra talune e taluni ardit* amanti del ciclismo urbano.
Per farla corta il ciclismo urbano, come filosofia che vuole riversarsi in una pratica quotidiana, pensa l’uso della bicicletta in sostituzione del veicolo a motore. Muta lo stile di vita, cambiano le abitudini e il ringiovanimento delle persone, delle città e quindi della società, se la pratica è fruibile e diffusa su ampie scale, risulta evidente, come praticando i cinque tibetani giornalmente..
In codesto scenario un pugno di ciclisti vollero stampare un numero zero, con le proprie idee e alcune proposte goliardiche come la Critical Mass romana, che cade regolarmente ogni mese, con un ciclostile appunto, e nacque così la prima ed unica opera cartacea che diede, anche, il nome a ‘sto blog. Qui il numero zero cartaceo digitalizzato.
Un blog fermo? A parte i tuittini irregolari degli aggiornamenti, pochi, dalla pagina fb si.
Congelato dopo che una tempesta si era abbattuta tra la redazione. Divergenze incontrollabili e rapporti individuali ma anche dinamiche di gruppo, non hanno permesso, come spesso accade, di continuare a riunire e a coltivare le idee migliori attorno al simpatico ciclostile digitalizzato.
L’unica maestranza rimasta disponibile a mantenere le funzioni vitali di base di CSCritico attive fu lo scrivente. Nessuno parlava di nulla, come oggi, ancora meno se ne occupavano, era il periodo del sequestro di Rossella Urru, poi rilasciata… Ringraziando Dio e le persone illuminate.
E il blog, che essenzialmente rivendicava un posizionamento politico su questioni sociali di base, non dico la Siria, che apparentemente potrebbe non riguardarci, ma pratiche semplici di convivenza cittadina, si arenò sui fondali melmosi emersi di un disorientamento diffuso che, anche questo veramente si, ci accomuna tutt*, oggi più che mai.
In effetti un sostanziale rifiuto e abbandono di certe “logiche” capitalistiche che si mordono la coda come la macchina che devi avere e pagare col denaro che guadagni andando a lavorare in macchina, e vale per la badante; per la palestra etc. Era, risultava, insensato andare tutti quanti insieme in bicicletta in nome di un mondo diverso senza pensare eroicamente quali parvenze dovesse avere questo nuovo mondo, di quali sogni andava nutrito e da quali illusioni andasse protetto. Una sana dose di antifascismo vero e sincero. L’abbandono delle logiche violente del patriarcato per un femminismo sentito, vissuto e condiviso. Il rispetto sacrosanto per le scelte diverse dalle nostre senza distinzioni di credo, etnia, sesso, casta e colore. Si potrebbe continuare lungamente l’elencazione per un prontuario della buona e sana decrescita; il manuale del giovane e vero rievoluzionario. Scelte nutrizionali che impattano profondamente sulle catene alimentari terrestri. Scelte spirituali e antispeciste che danno, ridanno un significato vero alla parola pace; alla non violenza; al miglioramento della condizione umana attraverso l’uguaglianza; l’amore disinteressato per i prossimi; la dimensione del servizio a favore del bene comune e universale. L’edificazione di un’educazione libera dai dogmi e dall’ indottrinamento etnocentrico e invero incentrata sull’in segnamento, sullo sviluppo della comprensione, del discernimento e della compassione.
La dottrina del cuore crea uomini liberi, pensanti, autonomi e amorevoli.
La dottrina della conoscenza e della nozionistica fine a se stessa alimenta il pensiero massificato, dipendente, accresce la confusione terribile tra i bisogni materiali indotti e la fisiologica necessità di vivere semplicemente e beatamente, senza il terrore di non avere il denaro per mangiare e tre telefoni cellulari nella borsa.
Oh perbacco! Volevamo, e vogliamo, incidere sulla società, sul cambiamento sociale di base? Attraverso l’emblema della bicicletta?
Mi sta bene, è lo strumento rievoluzionario perfetto, per eccellenza, economico, efficiente, maneggevole, alla portata di tutti, real politik allo stato puro! Inforcata la bicicletta qual’è la direzione comune, esiste? Le idee? Non si riusciva, e pure oggi è faticoso, a parlare un linguaggio comune, ripeto, per l’entourage di questo blog non c’è stato nemmeno il tempo, solo quello del ciclone, chiaramente, quello si.
Alzando un pochino lo sguardo osservo a questo punto le dinamiche, che poi son sempre le stesse, per esempio, tra i ferventi puristi delusi dalla mancanza di “lotte comuni” tra i sostenitori delle varie Critical Mass e dell’imminente Ciemmona che quest’anno si farà a Milano, per la prima volta, e chi effettivamente non sente il bisogno di “accollarsi”, di farsi carico, di nessuna battaglia per l’ambiente o altro baluardo da mostrare.
Sono illusioni, come maya, illusioni e giochi della mente. Cosa vuoi, volete, vogliamo contestare a Milano coi sofismi, un expò barcollante per sua stessa natura?? Generato e non creato dalla stessa sostanza dei formiconi, mò ratti, che si sono abbuffati nella casa del Padre accumulando ricchezze materiali??
Poi contestare, ma la Critical Mass lo è già di per se una contestazione, semmai si tratta di farsi, di essere, di sentirsi esempio, veicolo positivo attraverso un modus vivendi positivo… Cos’è sta mania dei patentini? Eretica docet. Quella del vero ciclista urbano, il bravo anarchico, ma non comunista, il comunista, non anarchico, l’attivista, il militante, l’operatore di rete, ecco questo mi ricorda un filino un pescatore, l’operatore di rete, incredibile.. Soprattutto sti patentini chi li da? Avvengono iniziazioni occulte? A chi si richiedono? Personalmente non ne vorrei, quelli che mi risuonano e mi garbano me li do da me. Poi meno tessere si hanno meglio è, sono un problema di questo paese ci avete mai pensato? Ci si ghettizza, si fa comunella per spar(l)are alla tessera diversa e pure alle sue cause. Le “tessere” allontanano la solidarietà, ecco! Io ne ho presa una, tanti anni fa, quella di Volontari del Bene, mi basta, non serve altro… Per tutto il resto c’è il presente e la Coscienza. Senza aprire varchi sui fronti femministi che a ben guardare Eretica nelle palle degli occhi, si fa per dire eh, qualche salotto buono, la Madame Deuselle e qualche gruppo fb e la realtà circostante anche il femminismo attraversa stati febbrili e incandescenti.
Poi sta mania delle separazioni e delle differenze sul pisello, perché di questo si tratta, se hai il pisello oppure la vulva. Una teoria da orticaria basata sulla differenza sessuale, strumentalizzata, del pisello appunto, è diventata l’arma e lo scudo improprio dei nuovi battaglioni delle nazifem e dei nazifem, eserciti di individui pronti a schierarsi da una parte o dall’altra, tanto per cambiare, pur di dimostrare attraverso citazioni improbabili la superiorità delle “icsilon” o delle ipsilon e portare acqua al proprio mulino, altro che bene comune; un piffero!
Sono le categorie, le etichette a servire la nostra miseria infinita. Personalmente le aborro, le ho vissute sulla mia pelle, ho lavorato ai margini dell’emarginazione, dove le persone sono numeri e alla propria vita viene anteposto il bene dell’istituto o dell’azienda che dir si voglia.
Siamo stati cresciuti ed educati a dividere il mondo in buoni e cattivi, non a riconoscere il bene e il male e a sforzarci di vedere il bene in chiunque. Ci hanno insegnato a desiderare cosa fare da grandi. Ma da grandi si fanno un sacco di cose, si è tante manifestazioni diverse, si cresce, si fanno percorsi nuovi, si cambia, dopo dieci anni si è una persona completamente diversa… Diffididate, istantaneamente, da chi predica che non si cambia… Il tempo passa e si cambia comunque, tanto vale agire, disinteressata mente, ma agire, sentire, orientarsi, direzionarsi..
Lecito è dunque chiedersi a chi giova il ritrovarsi una società categorizzata, chiusa, castizzata, quasi a comparti stagni, se pensate che la vita media si aggira sugli ottanta anni e l’etichetta è una, al massimo un paio.
Siamo tutt* incasellat*. Le avvocate, gli infermieri, i strizzacervelli, le guardie, i postini, le fornaie, gli sciampisti etc. Poi ci sono le macro categorie, gli onesti cittadini, i pregiudicati e gli incensurati, i cattivi e i buoni, i colpevoli e gli innocenti, chi ha le colpe e chi le ragioni, i timorati di Dio e anche qui non si finirebbe più a disegnare la mappa delle categorie sociali, l’alveare composito ma regolare, controllabile, quantomeno osservabile e registrabile nei suoi mutamenti e pre vedibile e infine orientabile al proprio tornaconto, sempre quello del piffero!
In Italia sembra tutto un po’ più difficile, sotto certi profili sociali. Mentre altri popoli hanno avuto modo di affrontare determinati aspetti del reale, di metabolizzarli e di elaborarli in forme e strutture che appartengono, già, naturalmente al quotidiano e all’ordinario, noi siamo più lenti. E allora devi ribadire e ricominciare da capo coi concetti di base, così sulla libertà di espressione e di opinione, sulla libertà sessuale e di orientamento, sul godimento civile e politico dei diritti fondamentali di ogni liber* cittadin*, coppie, adozioni, unioni etc.; sull’importanza di riconoscere e curare una coscienza a faro di se stessi.
Quando leggevo dell’esuberante zelo nella formidabile cricca di opale nera, Antonella, i Carlini e i Gerini, Angela, Anna, Agnenas e Coco e altr* mi deprimeva il livello, considerando pure gli ignominiosi insulti gratuiti a loro puntualmente riservati, e a chi ne prende le difese, al quale siamo costretti a confrontarci nel belpaese. Quasi sempre poi, gli insulti, da parte di brillanti esponenti dell’alta società borghese, che magari scrivono pure, piccolo piccolo, di essere membri direttivi di taluni partiti.
Invece è necessario che emergano e si diffondano pensieri e creatività laterale, anche se c’è da gonfiarsi le ovaie e le prostate oltre lo sfinimento ad affrontare i muri di gomma. A volte sono preferibili gli accerchiamenti a smascheramento automatico che non gli scontri diretti. E’ pur vero che su una nave, in una bella squadra, servono tutte le specialità, dal capitano in comanda al cieco che sente il vento meglio di tutt*.
Le navi, a volte, sono così grandi che chi sta a poppa non sa che a prua c’è la guerra! Diceva teneramente e sottovoce Flon-Flon a Musetta, ma quella è un’altra storia…
Concludendo ci vorremmo quindi far risentire con le migliori intenzioni, se qualcun* raccoglie l’appello tra i papabili, con proposte editoriali nuove, che sappiano ridisegnare città vivibili, e di approfondimento per un’ informazione vera e libera, critica, tuttavia positiva e fuori dal coro; spesso è lì che cantano le voci migliori.
Personalmente sento che si aprono usci nuovi e interessanti, perfino dal mondo del cinema appaiono gioiose visioni di rubicondi produttori seduti e sorridenti come il Buddha della prosperità, e allora agli spazi di attraversamento intersezionali, alle buone intenzioni, alle genti che camminano per il sentiero e approdano volentieri a mirabili crocicchi speculativi e goderecci, siate benvenute e benvenuti… Possibilmente in bici e ad ogni modo, da Messina a Pordenone, soprattutto se siete seduti su una tonnellata di acciaio, andate piano!
Ci sono quasi quattromila morti l’anno nel nostro paese per incidenti legati ai veicoli a motore, che coinvolgono anche e spesso gli utenti più deboli, bambin*, pedoni, ciclist*. E’ una piccola guerra che ogni anno porta via tremilasettecento persone, dieci al giorno… Dal punto di vista strettamente numerico quest’emergenza dovrebbe essere considerata grave e violenta più del numero dei femminicidi, degli omicidi volontari e dei morti sul lavoro messi insieme.
Educazione. Natura, Spiritualità e Amore per il bene comune, e per il prossimo, potrebbero imporci di prendere in mano la situazione in prima persona, rinunciando, per esempio, all’automobile il più possibile e contribuendo fattivamente ad una mobilità e ad una città nuova e sana. Arrivederci!
Inganni della mente
l’opportunità non sta nello scegliere se fare l’incendiario o il pompiere bensì nel riuscire a capire quando si deve accendere il fuoco e quando lo si deve spegnere
Buone notizie
sono state approvate le misure di riduzione della carcerazione in favore delle misure alternative per ciò che concerne le misure cautelari da adottare prima della condanna, rimangono esclusi i reati per mafia, terrorismo e traffico internazionale. Del 30 aprile la Gazzetta e dall’8 maggio in vigore. Sarà quindi più difficile entrare in carcere prima della condanna definitiva anche in Italia. Si conterà sulle misure alternative alla detenzione come l’obbligo di firma in caserma, il domicilio coatto presso il lavoro e/o l’abitazione ecc.