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Egregia Presidente della CdD Laura Boldrini, buongiorno.
Si regolamenta qualcosa di buono non il mercimonio. Non sta in piedi regolamentare il mercimonio.
Avete mai pensato a quali e a quanti fini tende il mercimonio dei bambini?
Dal Devoto-Oli; Mercimonio; Traffico illecito e disonorevole.
Figuriamoci quello dei bambini. Figuriamoci quello dei bambini altrui.
Regolamentiamo lo stupro no? Oppure regolamentiamo la resa in schiavitù e l’ assoggettazione altrui attraverso la manipolazione dei figli, ma si dai, se uno ci sta antipatico gli leviamo i figli e se non sta zitto sono botte, regolamentiamo un po’ di follia, condoniamo i crimini e chi li ha commessi e a chi è stato tolto tutto gli regaliamo il kit “mi drogo lentamente e mi trascino beato al finevita sulle rive di un laghetto andino”. Suvvia…
Tentiamo di investigare i vari aspetti coinvolti dal tema aperto proponendoci di argomentare le nostre idee.
Non stiamo parlando della scelta di decidere il gusto dei tramezzini per la festa di compleanno della nipotina che gioca a parlare colla buccia del mandarino.
Per un brevissimo periodo, qualche mese fa, si è sentito parlare, tra i media, del diritto alla scelta sia della femmina sia del maschio quando si genera la Vita, ahimè anche nella sgradevole eventualità dell’aborto, che ahimè è legale sempre. Ecco questo si che andrebbe regolamentato, il nostro aborto legale sempre, non il mercimonio dei bambini e la malapratica dei kukukskinder. L’aborto in realtà riguarda tutti e non solo il corpo delle donne, semmai anche e soprattutto il corpo delle donne; altrimenti è un continuo mistificare e imbrogliare la realtà visto che gli uomini sono fatti di femmine e di maschi, fondamentalmente, e assieme abitiamo allegramente Gaia.
La realtà è che la Vita si crea in due ed in due si dovrebbe decidere, spartendo gioie e dolori e non può arrivare un gruppetto assai promiscuo di ereticucce di primo pelo, impatinate a cipria da salotto, e lecca***i annessi, a raccontarci che hanno capito tutto loro e tentare di sovvertire l’ordine naturale dell’esistenza umana edificatasi attraverso i milioni di anni. Si perché tanto ci abbiamo messo a trovare forme di coesistenza sociale pacifica ed egualitaria a salvaguardia della nostra specie e nessuno dovrebbe permettersi di essere blasfemo a tal punto da sostituirsi prima alle leggi e poi a Dio.
Se c’è, e noi crediamo che ci sia, una questione fondamentale e nodale all’origine della violenza di genere, di un qualsiasi genere su un altro genere, del potere dell’Uomo sull’uomo, questa è proprio la questione della Vita, dell’esistenza, della riproduzione e della genitorialità, dal concepimento alla maturità, dell’essere umano. Il nostro futuro, attraverso la nostra educazione, letteralmente, de facto.
Lo so che per alcuni parliamo arabo, pazienza, se avrete la bontà di seguirci nel ragionamento forse riusciamo, insieme, a fare luce su qualcosa che dovrebbe essere già illuminato a sufficienza e che pure nessuno sembra più riuscire a vedere. Si sembra, perché in realtà è paraculite acuta e a noi la paraculite acuta ci fa venire l’orticaria, ecco.
Negli anni 60/70, durante il femminismo, lo slogan era ed è il corpo è mio e decido io. Si parlava di stupri? O sbagliamo? Di fenomeni violenti, di sottomissione economica e di coercizione psicologica e fisica. O si parlava di genitorialità? Di voler esercitare il potere dell’Uomo sull’uomo attraverso la manipolazione, in senso stretto (l’indirizzo educativo e l’ambiente sociale di crescita), ed in senso lato, attraverso l’esclusione del maschio, più facile, o della femmina, più difficile, dal ruolo genitoriale poi e generativo prima?
Non è nemmeno pensabile che si possa sostenere che il corpo è mio e decido io se si parla di figli, se fosse plausibile sarebbe violenza assoluta poiché funzionale non alla sacrosanta sovranità sul nostro corpo e a difenderci e a impedire le violenze bensì a manipolare e strumentalizzare i nascituri ed esercitare in maniera univoca un potere su un altra o più persone. Si tratta di appropriarsi univocamente delle scelte fondanti la Vita e il suo futuro, in qualche modo. Non ci si può sdoganare da queste intenzioni e non può e non deve essere altrimenti… Nonostante i tripli carpiati della signora Cirinnà. Che poi ha pure una bella famiglia, piena di bimbi e di sorrisi… Che qualcuno è venuto a campare diritti sui suoi figli e nipoti? Non credo e allora per favore uscite da casa nostra e lasciate sul tavolo il nostro sperma e i nostri ovuli, grazie.
Attenzione Laura, faccia attenzione prima di sposare battaglie che sono contro la pace di genere, che sono a favore dell’esercizio di poteri e privilegi e non di diritti e di uguaglianze, altro che femminismo, femminismo un piffero! Tentiamo davvero di stare accorti e accorte.
Certo vorremmo lasciare fuori dal dibattito i casi patologici, quelle apparenti eccezioni, già apparenti poiché il sottobosco brulica di casi dove una disattenta, e dunque complice, osservazione della situazione durante l’esercizio del deprecabile mercimonio, ha prodotto altre decine di crimini uno in fila all’altro e non tutti per caso; pensavo a quei miei amici sa, Laura, mi piange il cuore quando li penso o li incontro, per fare un dispetto a lui gli hanno preso la prima figlia, ingannandolo sulla paternità, poi sono stati costretti ad abortirne un altro anche se uno dei due lo voleva tanto, non paghi gli hanno manipolato, a sua insaputa, lèggi sottratto, derubato, lo sperma, crioconservandolo. Poi sempre a sua insaputa hanno “seminato l’orto” come Maman Luise, ingravidando, lèggi vendendo o regalando, a donne, a coppie degli ambienti sociali che erano interessati al traffico, i vari semi e/o i vari pargoli già belli e pronti… Questi, c’è stato un periodo, sembravano spuntare come violette. Poi si è scoperto, e questo è veramente inquietante, oltre che perturbante, che ciò è avvenuto anche in ambienti del territorio che questi avevano frequentato e dove vivono. In fine, ogni tanto, per non fargli mancare schernimenti e derisioni gli si presenta qualche matriarca reduce sessantottina anni quaranta cinquanta convertita a radical chic o qualche disonorevole, in formato famiglia o in pacchetto monoporzione, a sventolargli davanti la prole sgraffignata. E’ già successo tre o quattro volte nell’ultimo lustro. Lui li chiama i pedosventolatori. Sono anni che combatte per avere il dna della prima figlia presunta e poter esercitare doveri e diritti di padre. Sotto questo scenario abominevole si è spalancata la fossa delle Marianne, la voragine del sistema mercimonio mercato, un’ arena della follia, uno stato di fatto. Di cui loro sono solo una delle tante matrioske della miseria infinita e infima dell’essere umano, incapsulata tra le menzogne. Hanno tentato di mettergli contro pure la malavita provando ad addossargli colpe inesistenti. Per fortuna che non è uno sprovveduto, e la malavita nemmeno, e quando la malavita si è mossa per verificare le accuse e si sono accorti che il tipo era stato messo in mezzo alle guerre altrui, di cui era in realtà solo una vittima sacrificale, una sorta di mucca da mungere, per alcuni, la gallinella dalle uova d’oro per altre, i disonorevoli e le disonorevoli che hanno creato ‘sto schifo se la sono pure vista nera rischiando il classico brutto quarto d’ora, peraltro ormai in panchina. Almeno ora tutti sanno con chi abbiamo a che fare. Dio è grande!
Attenzione Laura! Forse dovremmo riuscire a vedere dall’esterno più chiaramente di quanti, per mille motivi, sono nel dolore annientati dal dolore. Soprattutto se porta e rappresenta dentro di se sessanta milioni di voci e lo fa per ragion di vita. Questi è stato derubato dopo aver affrontato consapevolmente una gravidanza per diventare genitore, singolare maschile, dopo essere diventato p a d r e, mentre diventava p a d r e , attraverso lo strumento della f i g l i a della quale diventava p a d r e. Facciamo orrore Laura! Facciamo orrore!
Attenzione Laura a regolamentare l’inregolamentabile. Non si può regolamentare il buon senso. Il buon senso si dovrebbe insegnare. Durante il percorso educativo che sceglie il padre e la madre, i genitori, g e n i t o r i… Risuona?
Vogliamo seriamente parlare di madre in prestito? Con rispetto ed educazione? Senza mercimoni e tantomeno senza sottrazioni ne crimini a sfondo vendicatorio e persecutorio fatti carne ma attraverso le relazioni, r e l a z i o n i, semmai, ed è più che evidente che non siamo affatto pronti. Non attraverso i fenomeni da baraccone dei kukukskinder o dei kukukskinder al contrario o della pratica comportamentista della condanna alla perdita di tutti i diritti per direttissima e senza processo e all’esclusione millenaria dalla società, perché come le metti le metti sono violenze, producono dolore e sofferenza a tutti i livelli, tristezza diffusa a macchia di leopardo sull’intero pianeta… E noi questo non lo vogliamo!
Col termine teutonico kukukskinder, figli del cuculo, si indica la pratica usata dalle donne, o attraverso le donne, di far crescere un/a figlio/a di un padre biologico con un altro padre che lo riconosce come suo credendolo suo o sapendolo non suo. All’insaputa a volte anche del padre biologico. All’insaputa, altre volte, solamente del padre biologico. La spremuta di schifo, praticamente. Una catena di inganni e di infamità potenzialmente infinita che grazie a Dio e alla tecnologia del Dna e allo sviluppo di una coscienza sociale, si spera, sarà più difficile perpetrare impunemente. E’ anche per questo che genuflessi e a mani giunte le scriviamo confidando nella Sua considerazione e intercessione a riguardo.
La più grande infamità che una femmina può fare ad un maschio, che un uomo può fare ad un altro uomo, premeditatamente, consapevolmente. Di questo si parla non di altro. Di quando non è più possibile asfaltare la propria coscienza. Di quando non si può più dire semplicemente “non lo sapevo..” o “non avevo capito”, poi a chi non capisce glielo rispieghiamo, siamo qui apposta.
Vogliamo seriamente parlare di genitorialità, garantendo ad entrambi le scelte e i diritti fondamentali a cominciare dal concepimento? Smettendola con questo bruttissimo vizio che abbiamo di manipolare a mo’ di scudo i nostri figli e renderli funzionali alle nostre scelte a volte torbide, o poco chiare, quantomeno, senza per forza arrivare all’illeciti infamis detestabilis di cui sopra?
Vogliamo seriamente muovere un appunto all’universo femminile, che mistificando tutto il lavoro delle madri fondatrici del femminismo rivoluzionario che miravano a sovvertire strutture e sovrastrutture patriarcali logore e incancrenite nei decenni e miravano all’uguaglianza, u g u a g l i a n z a , e alla parità, p a r i t à, scala le vette del potere e poi mente a se stesso smascherandosi davanti al mondo alla rincorsa di poteri, privilegi, vendette e intrighi (dal boomerang al dentista in due mosse, manuali tecnici per trenini preferibilmente a molla)? La scelta sulla Vita, della Vita nostra futura, di come sarà questo mondo domani e dopodomani senza dimenticare di come è stato ieri e l’altro ieri chi la deve esercitare? Se non sono scelte di potere le scelte sulla Vita vorrei capire che cosa è il potere.
Qualcuno tanto tempo fa spiegava, a dispetto di chi crede che l’anarchia corrisponda al caos, cosa significasse amministrare il potere in un sistema non blindato dove regna il massimo ordine costituito attraverso lo sviluppo della coscienza collettiva senza distinzioni ne repressioni. La domanda gli era stata posta da uno studente. Ebbene. Si limitò ad affermare che nell’idea stessa di anarchia è insita, in qualche modo, la suddivisione in parti eguali dell’esercizio di quel dato potere per il numero dei componenti la comunità. Non è che un potere non viene esercitato, o che ognuno fa come gli pare (un pellegrino che ho conosciuto sul sentiero diceva che quella è la Casa delle Libertà, viva l’ironia!), ma che ognuno nella propria coscienza porta quell’insieme di valori che condivide con gli altri membri della comunità e che permettono ad ognuno di sentirne la responsabilità, r e s p o n s a b i l i t à, e portarne il peso, p e s o, per l’esercizio consapevole e coscienzioso di quel dato potere in misura uguale. Non mi sembra poi cosi male come ideale sociale.
Per quello dico agli pseudoanarchici secchetti e vestiti di nero che si divertono a oscurare le telecamere pubbliche con le bombolette e ai loro annessi e connessi che forse quando tentano di menarla corta auspicando l’uccisione di re e/o asseriscono “noi siamo antisovranisti!” che forse abbiamo capito poco sia dell’anarchia sia dei sovrani.
Quando si taglia un foglio per andare dritto è inutile e pure controproducente guardare le forbici e il taglio, molto meglio invece concentrarsi sulla fine del foglio. In altre parole se una sana società dell’utopia, della quale abbisogniamo come il sole, è il punto di arrivo, non avrà nessuna importanza se noi ci troviamo a vivere in una monarchia ics o in una repubblica ipsilon, purchè funzionino! A maggior ragione se non funzionano, val la pena di farle funzionare meglio, verso il sole dell’avvenire, attraverso i sentieri dei principi illuminanti che ci ispirano e ci guidano, insieme e senza distinzioni, semmai, e non distruggerci il cammino sotto i piedi l’un l’altra. Poi mi sembra che a ben vedere come funziona la vita sociale nelle varie Inghilterra, Olanda, Svezia etc etc si avverte l’invito a riflettere, senza per forza voler fare paragoni, sull’effettivo godimento dei diritti civili e politici e sulla fruibilità dei servizi amministrati dallo Stato, se non altro sotto il profilo dell’eguaglianza e quindi della redistribuzione della ricchezza e delle risorse, alla faccia dei reali brutti e cattivi. Che poi non lo diciamo noi, lo dice la gente, il popolo, basti vedere quanto amano i loro reali, tra la gente, le feste, e le celebrazioni. Magari la vedessimo qui ‘sta devozione composta nei confronti dei nostri “regnanti”, perché qualcuno regna, questo ci è chiaro vero? Viene da pensare che le monarchie che funzionano sono solo quelle del nord, forse perché non hanno avuto il fascismo che ha invece impestato Spagna e Italia, chissà?
Vogliamo seriamente parlare di critica all’universo maschile? La violenza folle in primis che sfocia nelle avvilenti statistiche. Una donna ogni tre giorni. Rapidissima media brutale, dieci al mese per duecento nazioni, duemila donne al mese giusto? Ovvero circa 70 al giorno su scala mondiale. Cosa stanno scontando queste donne? Cosa gli vogliamo chiedere alle donne, se il sangue delle loro martiri è il seme del loro femminismo? Parafrasi di Martin Scorzese in “Silence” quando per far desistere i cristiani dall’ostinata vocazione al sacrificio di loro stessi, i quali si rifiutavano fino alla morte per tortura di rinnegare come unico Dio Gesù Cristo, fa pronunciare al monaco cristiano, scomparso e tanto cercato, e che forse si era convertito, la fatidica frase: credi dunque che il sangue dei martiri debba essere il seme della nostra chiesa? Glielo vogliamo chiedere ma attenzione perché non è una critica che si può fare a cuor leggero. E se qualcuna risponde si? Tuttavia avremmo anche l’occasione di vanificare qualche dubbio una volta per tutte. Se non è così siamo tutti più contenti, se è così abbiamo un problema enorme che esiste, sussiste e persiste.
Assunzione di responsabilità e interesse reale affettiva e partecipativa per la prole, sentiamo parlare spesso solamente di soldi, mantenimenti, affidi condivisi, concessi, negati, e poco, molto poco di interesse partecipativo e vero per i figli. Si è vero, ci sarà pure stato nella storia, avrà forse fatto parte dell’indottrinamento femminista di tale o tal altra corrente, parallelamente alla riappropriazione di spazi e luoghi e tempi del e nel vivere quotidiano, un abuso dell’esercizio quasi esclusivo nell’allevamento dei figli e quindi un esclusione dal ruolo di genitore del maschio ma è innegabile che lo stretto vincolo carnale e il tempo prolungato di gestazione producono un legame particolare su ogni livello. E’ indubbio che la genitorialità si sviluppa diversamente per il maschio e per la femmina, ma si sviluppa, per Dio! Se la neghi, a ics o a ipsilon indistintamente, e giela sottrai o gliela minimizzi compi violenza, una violenza immonda dalle conseguenze devastanti. E come dice Meryl Streep, che fino a ieri non era un maschio ne una maschilista, la violenza alimenta altra violenza, non è così?
I strumenti legislativi da adottare possono essere innumerevoli e dovrebbero tutelare ancor prima di permettere. Tutela nella provenienza e nella destinazione del seme anche per i donatori, donatore è diverso da derubato, perseguimenti per legge per chi sottrae e manipola “fluidi Vitali” personali in barba ad ogni privacy per altri fini; dna per tutti, mappature dei territori nei casi di controversie (le mappature del dna non riguardano soltanto le sfere criminose, preventive e di indagine, ma in moltissime realtà comunitarie e locali del mondo si sta procedendo all’investigazione ai fini storici, documentaristici, scientifici).
No all’ aborto se anche uno solo dei due vuole il figlio e, questo è assai importante, trasparenza totale e condivisa per la madre e per il padre, se esistente ovviamente, sulle preventive scelte prese nei consultori, sulle operazioni che si compiranno nell’eventuale sede di aborto, le destinazioni e gli sviluppi futuri dell’embrione fecondato ed eventualmente prelevato. Maschi! Riappropriarsi della genitorialità cui tutti hanno diritto è una forte critica e richiamo al dovere e al senso di responsabilità di uomo, uno sprono vorrebbe essere, un segno di educazione, un gesto d’amore.
Non vorremmo far passare il messaggio di voler incentivare la costrizione ma di una mala impostazione del problema. Si tratta di sfruttare la lungimiranza per arrivare cogli strumenti di oggi a costruire un domani dove nessuno o quasi si ritroverà nella condizione di voler negare la vita a un futuro bambino, salvo fatte sempre e comunque le eccezioni dei casi limite, perché semplicemente attraverso una educazione al rispetto per la vita il tessuto sociale sarà pregno di quei valori che porteranno le persone a considerare quella dimensione della loro Vita in un altro modo e adottare quei comportamenti nei confronti della vita assumendosi le responsabilità di scelte e non arrivare a trovarsi nella sgradevole situazione, per esempio, dell’aborto di una Vita.
Sentiamo spesso dire nessun imprenditore si diverte a licenziare, oppure nessuna donna si diverte ad abortire. Giusto, ci mancherebbe altro. Poi però prevale il messaggio forte sull’aborto che è legale sempre e comunque, ecco, questo andrebbe regolamentato, no il mercimonio dei bambini, a volte pure di quelli altrui. Il problema Laura non è solo del branco dei fuori di testa o dei cerebrolesi senz’anima ma pure di chi gli da retta, a volte.
Per esempio andiamoci a vedere wiki sull’aborto nel mondo a livello legislativo, c’è modo e modo di legiferare, con lungimiranza e passione e sensibilità o con indifferenza, estremismi ed egoismi, per interessi o per profitto, per lobby.
Chi decide il nostro futuro?
Qualche tempo fa ero immerso tra le onde delle trasmissioni su Rai Storia, si vedevano e sentivano fiumi di filmati e voci accorate a raccontare gli orrori della guerra, della follia del nazifascismo. Il documentario si chiudeva con una voce che si levava su tutto a domandarsi se i fatti orripilanti non fossero iniziati proprio nel momento in cui abbiamo smesso di chiederci quale futuro volessimo per noi, per i nostri figli, per il nostro mondo, ecco.
Attenzione Laura, i padri e le madri che si sono visti rubare la vita non vorranno sentire parlare di regolamentare, dopo gli omicidi, anche la vendite… Questo? Via, quest’altra? Via! Questi due gemelli? Mi mancano, li teniamo, quest’altro? Ce l’ho, non mi piace, via… Inoltre manco coi figli tuoi ma con quelli di qualcun altro! Questi sono fuori dalla Grazia di Dio, e chi non glielo dice pure. Ma che cosa è uno splatter di Brian Yuzna?
Sei milioni di morti dal 1978, solo per l’aborto, dovremmo imparare a scegliere la vita senza dover scegliere la morte che quella arriva pure se ti scomodi un po’ meno e non smuovi i coscioni; ma poi chi lo decide e perché? Tu vivi, tu muori, tu hai gli occhi storti perché sei down e morirai, non vivrai, qualcuno decide e non si prende la responsabilità che questo mondo, questa parte storica di umanità, non avrà dato la vita agli umani down…Via spariti, eliminati dalla legge che uccide la Legge e finalmente estinti. Ma siamo sicuri che ci stiamo facendo del bene? In effetti da qualcuno che chiama qualcun altro “down” che ti puoi aspettare… La filosofia del quadratino blu (vedi mappa sopra), legale sempre, come me la sento… Come te la senti??? “E’ carne fino ai sei mesi”, mi ha detto una persona con cui ho cenato qualche tempo fa e che se la compra solo chi non la conosce, salvo commuoversi di fronte ai maialini che per scelta etica ha deciso di non mangiare, parole sue. Si sarà pure solo carne secondo te, e non lo è visto che se non lo ammazzi, ti siedi in poltrona e ti prendi una bella camomilla ti comincia a chiedere il latte e a voler giocare, e se lo tratti bene ti riempie di sorrisi ed amore inespropriabili, i n e s p r o p r i a b i l i, o no? Cos’è, lo Spirito Santo s’infonde al sesto mese? Ma come sei una di quelli che sputa su Gesù Cristo e poi credi allo Spirito Santo? Ma allora esistono i miracoli! Perbacco
Qui nessuno vuole fare la guerra a qualcun altro semmai evitarle e dialogare, al di la dei generi. La violenza viene relegata essenzialmente alla sfera maschile come se la violenza non fosse una dimensione che abbraccia l’intera umanità e non solo. Come un immenso iceberg di cui fa capoccella solo una piccolissima parte. Solo riconoscendola nella sua totalità possiamo combatterla, tutta assieme e non per generi; tutti insieme e non per generi. Si può coltivare una coscienza nel terreno dell’indifferenza? No! La legge porta nella sua forza anche il carattere e l’indirizzo educativo della nostra società formandone l’aspetto etico e morale, donandogli il bel viso di domani, non è così? Non facciamo lo stesso errore che abbiamo fatto con l’aborto, ragioniamo sui nostri errori e sulle nostre debolezze e limiti, tutto è perfezionabile. Non poteva essere meglio limitare l’aborto ai casi eccezionali menzionati nella leggenda della mappa di wiki sull’aborto, sopra? E’ lecito chiederselo? Bene noi lo facciamo. Da tutto vietato a tutto permesso o viceversa. Tutti sanno essere radicali per partito preso, un po’ meno sanno quando essere radicali e irremovibili e quando essere accomodanti e aperti al compromesso e alla sensibilità comune ed altrui: si chiama anche discernimento. Il mercimonio di bambini, di bambini altrui, occulto e non, non è annoverato tra le pratiche accettabili di una società progredita.
Non si può stare a discutere della bontà del demonio a lungo mentre questi ti inforca l’universo, ovvero si può ma non ha senso, non è giusto e fa pure male.
Nello statuto del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito, a proposito di radicali, c’è scritto nell’ultimo comma del preambolo allo Statuto:
Dichiara di conferire all’imperativo del “non uccidere” valore di legge storicamente assoluta, senza eccezioni, nemmeno quella della legittima difesa.
(Qualcuno definisce paradossale questa affermazione da parte proprio di chi ha difeso e ha spinto per l’aborto ma tant’è e magari è pure bello osservare che tutto cambia, chissà).
Ecco noi su questo punto vorremmo dire la nostra, ovviamente siamo pienamente daccordo, col preambolo, tuttavia è difficile immaginare una persona che aggredita sta per essere colpita e non si difende. Si, forse i Santi, ma fino a un certo punto perché pure il Santo e la Santa se non si difendono meglio che possono, perseguendo non le persone per bruciarle sul rogo ma le idee miserabili e perverse che pure fanno parte e soggiacciono all’animo umano serpeggiando tra la folla fino ad esplodere in pesti virulente, definendo insieme alle persone di buona volontà il sentiero della loro comunità, abdicano alla loro missione di Santi. Si capisce, si rifiuta in toto l’idea di uccidere, non quella di difendersi, è chiaro. Tuttavia ci sembra evidente che in alcuni casi le due dinamiche inevitabilmente confluiscano o rischiano di confluire.
Qui abbiamo tentato di non parlare per compartimenti stagni che non è che ci piacciono tanto, preferiamo gli spazi aperti e gli incroci senza bravi a intimidirci. Abbiamo cercato di affrontare, rivelando alcuni risvolti che quasi mai vengono illustrati, un tema scomodo e spinoso. Abbiamo cercato di scomodare il genere il meno possibile dando importanza alle persone, senza distinzioni e sviscerando le idee senza invadere la Casa di nessuno pur marcando i netti distinguo in merito alle critiche agli universi femminili e maschili. Fanno molti più like gli slogan e gli incitamenti alle fazioni create ad hoc, o gli insulti e gli attacchi personali, la violenza insomma, sempre quella, che non le riflessioni scomode, ma noi pure i like non è che ci ispirino come altre cose, tipo le ingiustizie per esempio. Pensate tra noi ci sono persone che proprio non riescono a non saltare su quando sentono un ingiustizia e allora eccoci qua e poi… E poi basta, per ora, Pura vida! E andate piano… E in bicicletta 🙂 E alla guerra preferite la pace, all’odio l’ amore e al rancore il perdono 🙂 😀
Grazie egregia Presidente anche per l’ispirazione e non abbia timore di incontrare lo scrivente, qualora lo ritenesse opportuno, ci siamo incrociati mentre rientrava col suo staff e collo striscione dal corteo, credo ma non sono sicuro, il 16 dicembre 2016, in favore dei migranti e dei profughi richiedenti asilo; ciondolavo le gambe seduto su uno dei tanti new jersey messi a guisa di percorso intorno a piazza Venezia. Non posso impedirle come è giusto che sia che lei prenda informazioni su un cittadino che le scrive pubblicamente sul web. Però posso aggiungere l’invito a conoscermi, poi, di persona e verificare di persona le corrispondenze. Lo apprezzerei molto. Inoltre potrei raccontarle di quei miei amici dei quali, per ovvie ragioni, non posso rivelare le generalità. Chissà che non li si possa aiutare a rimettere le cose in ordine, tirarsi fuori dai casini e ritrovare un po’ di pace. Noi ai miracoli ci crediamo. Cordialità e buon lavoro
un collettivo di Ciclostilecritico